#IETMBergamo: VII e VIII tappa // stArt Up Teatro & Art Lab
Report di Lorenzo Carni e Laura Valli
Eccoci arrivati in Puglia! Per due giorni di incontri fra Taranto e Lecce. #IETMBergamo arriva anche qui.
25 settembre / Siamo nel foyer del Tata, a Taranto, a pochi passi dall’ILVA, in Puglia e iniziamo due giorni di dialogo e di presentazione del nostro IETM. In questi giorni è in corso stArt Up Teatro, un progetto della rete di residenze teatrali pugliesi una.net: sei compagnie (Armamaxa teatro, Bottega degli Apocrifi, Crest, La luna nel letto, ResExtensa, Teatro delle Forche) distribuite in quattro province (Bari, Brindisi, Foggia, Taranto).
27 settembre / LECCE / Siamo nella suggestiva location del MUST di Lecce, durante Art Lab, organizzato da Fitzcarraldo: quattro intense giornate di confronto, approfondimento e networking “Nuovi spunti e proposte per ripensare la progettazione culturale coniugandola con lo sviluppo del territorio e l’ampliamento del pubblico”.
Torniamo a raccontare IETM, la sua struttura, le sue “informalità”, la modalità, semplice e immediata in cui operatori di tantissime nazionalità diverse entrano in contatto in pochi giorni fra meeting, proposte culturali e ricreative. E cerchiamo anche noi, sia a Taranto, sia a Lecce, di rompere la frontalità, di dialogare uno accanto all’altro, sia durante le presentazioni sia dopo…
A Taranto con noi c’era Franco D’Ippolito, e vista la sua esperienza in Puglia con Teatri Abitati abbiamo provato a partire da qui, da questa sorprendente regione… “che cosa secondo te questo meeting può portare all’Italia rispetto all’Europa? (partendo dall’esperienza pugliese, avanguardia in Italia con progetti come Teatri Abitati e il Teatro Pubblico Pugliese).
‹Non sono d’accordo sul fatto che la Puglia sia una regione anomala nel mezzogiorno, è la Puglia che è normale, è il resto che forse non è normale. Qui si sono cercate di fare le cose normali, che dovrebbero essere fatte da chiunque e a qualunque latitudine. Quello che credo è che dovremmo cercare, nella relazione con l’Europa è un’occasione di cambiare il nostro pensiero. Abbiamo un ritardo come Paese sui tavoli europei che è soprattutto un ritardo di pensiero. Bisogna operare un cambiamento reale, cose che fino ieri non abbiamo fatto, non aggiornamenti di compartimenti, ma cambiamento, cose nuove!
Da un confronto con l’Europa e con la normativa Europea, io immagino che quello che possiamo apprendere è un pensiero diverso. In questo momento la nuova programmazione europea 14/20, cioè la cassaforte delle politiche di qualunque paese europeo, è partita in diversi paese europei, in Italia non ancora. Siamo nella fase di sottoscrizione dell’accordo fra stato e comunità, a cui poi segue tutto un altro percorso interno allo stato, perché la commissione per due volte ha rimandato indietro l’accordo preparato dallo stato italiano e per tutte e due le volte l’ha rimandato indietro per mancanza di progettualità. Bisogna ragionare su ciò che si può fare e ciò che può essere fatto in un tempo lungo.›
A Lecce ci siamo confrontati con Joanneke Loostma, project manager di Amsterdam, che IETM ha conosciuto fin dalla sua apertura e che, con uno sguardo diverso dal nostro, con una capacità di pensiero più grande ci chiede “Cosa vuoi portarti a casa tu da IETM? Come pensi possa cambiare il tuo pensiero?”.
E la domanda rimbalza fra Lecce e Taranto, davvero quali possono essere i cambiamenti? Cosa c’è da tenere e cosa da buttare nel nostro lavoro, quotidiano, frenetico e difficile?
E lo chiediamo a Taranto a Gaetano Colella, direttore artistico del CREST. “Gaetano tu che stai qui, in questo posto bellissimo e difficile, che rapporto avete avuto con l’Europa, quale confronto vi immaginate o vorreste? Come pensi possa variare il vostro pensiero, cosa siete disposti a perdere?”
‹Penso che Franco abbia inquadrato la questione, lui ha fatto un pensiero rispetto al generale, ma ovviamente anche chi lavora sul campo si aspetta dal confronto con le realtà straniere delle aperture di pensiero che noi per una serie di ragioni non riusciamo ad avere. Esempi in Europa ce ne sono tanti, ad esempio a Rotterdam c’è un teatro dove in dieci anni è stata creata una direzione artistica di dieci persone (di diverse comunità della città) che per tre anni dirigeranno il teatro. Questi approcci cambierebbero il rapporto con il pubblico. Occorre cambiare, capire cosa lasciare e trovare una nuova forma di pensiero?›
E così fra Taranto e Lecce, con operatori culturali del Nord e del Sud il rapporto con IETM e quindi con un confronto con l’Europa sembra un’occasione per cambiare la prospettiva
Taranto ‹Bisogna capire che non bisogna che l’Europa ti chiami, ma andarci, farlo… Io andavo, mi esibivo, e man mano ho creato un rapporto con gli spazi, con il pubblico.›
Lecce ‹Il rapporto con il pubblico… mettere a fuoco un po’ le missioni, nel nostro settore o tutto facciamo tutto, ma non si è definito chi fa cosa e con chi. Dobbiamo capire quali sono le urgenze di chi abita i nostri teatri. Capire come conoscere sempre di più il nostro territorio e con sé l’Europa tutta, ma prima dobbiamo metterci in gioco, rinunciare, cambiare, ecco sì capire cosa cambiare di noi.›
E così dalla regione che più di tutte è cambiate in questi anni, che ha lavorato, e bene, con l’Europa, torniamo chiedendoci “per andare avanti, per fare il salto, per rigenerarci, dovremmo lasciare qualcosa, e allora: cosa sei disposto a perdere?
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