Un mondo in cui i libri erano vivi
Al Festival Collinarea di Lari Michele Santeramo e i suoi Nobili e porci libri. Fogli nuovi per il Barone de Gemmis
Il festival di Lari Collinarea (26 luglio-4 agosto) quest’anno, nella sua rinnovata veste aperta alla ricerca, ai nuovi autori, alle nuove drammaturgie ma anche alla musica, grazie anche alla collaborazione con la Fondazione Pontedera Teatro, è stato senza dubbio uno degli appuntamenti teatrali più importanti dellestate 2012. La location è davvero da togliere il respiro: un paesino etrusco arroccato nelle colline pisane, sulla strada per Volterra, con un antico castello che ospitava una prigione, con un centro storico ben conservato e scorci naturali che fanno da scenario perfetto per le rappresentazioni estive. Un Festival che ha mantenuto la tradizione del teatro dialettale voluto dalla famiglia Seghizzi alla nascita ma che si è voluto (e saputo) rinnovare.
Loris Seghizzi ne è direttore artistico, ma da quest’anno la direzione si arricchisce della collaborazione di Roberto Bacci e Luca Dini, che si aggiunge al nucleo affermato nella scorsa edizione, con Massimo Paganelli e Marco Menini (curatore della sezione dedicata alla poesia e agli incontri).
Teatro dei Venti, Senso comune.
Organizzazione e staff all’altezza di festival internazionali, selezione teatrale davvero notevole in tutte le giornate; merito della direzione artistica e merito anche di un ufficio stampa all’altezza delle proposte, che ha accolto critica e operatori con grande gentilezza e professionalità. E a Lari incontro una new entry del Festival, Melanie Gliozzi, fuoriuscita dalla Città del Teatro di Cascina giusto all’epoca del cambio di direzione.
Scenica Frammenti.
Ascanio Celestini (con lanteprima del suo Discorsi alla Nazione), Bobo Rondelli, Peppe Servillo, Vinicio Capossela, Gaetano Ventriglia, Federica Fracassi, Roberto Abbiati, Eva Montanari, Dario Marconcini e Giovanna Daddi, Scenica frammenti, Silvia Pasello, Egum Teatro, Biancofango, Compagnia laboratorio di Pontedera, Roberto Castello, Macelleria Ettore, Teatro Minimo, Officine Zorba, Teatro dei Venti (con Senso comune, finalista al premio Scenario 2011) Effetto Larsen, Teatro delle Bambole, Simone Lenzi e Luca Mori, Compagnia laboratorio SF, Carullo-Minasi (con Due passi sono, premio Inbox 2012), Ciro Masella. E poi ancora, percorsi tra teatro, suoni e parole, laboratori di clownerie, incontri, teatro ragazzi.
Carullo-Minasi, Due passi sono.
Lari ha ospitato tra gli altri, un piccolo gioiello di narrazione, un momento speciale di grazia e di leggerezza alla fine di una giornata davvero troppo assolata: Michele Santeramo attore-autore di Teatro Minimo di Andria, vincitore del Premio Riccione 2011 con il suo testo “Il Guaritore”, ha raccontato, letteralmente incatenando il pubblico alle sedie, Nobili e porci libri. Fogli nuovi per il Barone de Gemmis, nella cornice del Castello. Con il solo supporto di una pedana e di un leggìo, ha parlato di quel tempo non così antico in fondo, in cui le biblioteche non venivano sfrattate (come ora accade alla Biblioteca di Filosofia di Napoli), non venivano chiuse per mancanza di personale, non venivano gestite da cooperative con trimestralisti a rotazione.
Michele Santeramo, Nobili e porci libri. Fogli nuovi per il Barone de Gemmis.
Ha parlato di un tempo e di un mondo in cui i libri erano vivi e respiravano. E quindi decidevano loro che padrone scegliersi, qualcuno che sapesse dove collocarli, come delicatamente sfogliare le pagine per trasmettere un sapere che è giusto che sia di tutti. E per essere di tutti deve stare in una biblioteca. Così la pensava un signore molto speciale, un nobiluomo, Don Gennaro De Gemmis di Terlizzi che ha passato la vita a mettere insieme una raccolta ragionata di libri antiquari, di libri sulla Puglia nella sua Villa San Giovanni per poi donarla alla fine della sua vita, alla comunità e farne la più grande di tutte le biblioteche esistenti nella Regione. Un modo per sperperare il patrimonio di famiglia o per arricchirsi danimo? La vicenda è curiosa e ha ben ragione Santeramo a volerla raccontare perché ha tutte le caratteristiche della novella e il sapore della parabola, con tanto di morale ma non con un lieto fine. E infatti un racconto di trentanni di vita che scorre via come un fiume in piena, come la foga con cui il Barone vuole comprare libri anche se i soldi stanno finendo.
Come tutti i racconti veri e non le favole, questa storia finisce nella tragedia di sempre, di chi generoso per vocazione e per natali, subisce lignominia della tirchieria dello Stato, la noncuranza della burocrazia. Ma, grazie al teatro, non la dimenticanza della Storia.
Andando dall’inizio, Santeramo ci racconta con l’accento del Sud adeguato alla vicenda, una storia che è piena di divertenti episodi che fanno del nobiluomo anche un donnaiolo, un amante del bello, un filosofo ma anche un agronomo, un ingegnere, un ricco cacciatore di carte stampate, meglio se antiche, meglio se uniche, meglio se pugliesi. Un uomo di mondo che girava con una utilitaria alla fine della Guerra passando da Bari all’Olanda per aggiudicarsi un lotto di libri antichi. Un uomo non comune, certamente, un uomo con un ideale grande, della capienza di ventimila libri e centomila documenti pergamenacei e cartacei. Il collezionismo era la sua passione ma già sapeva che avrebbe elargito quella ricchezza non alla sua stirpe ma alla gente comune, per ricordare il passato e riconoscerne avi e terre, lingue e motti. Santeramo recita le virgole, le pause, racconta con gli ammiccamenti, con lo sguardo fisso a catturare qualcuno del pubblico; passa con straordinaria bravura da un dialetto all’altro e ci raffigura con naturalezza un mondo fatto di gente assai bizzarra. Gente che si porta appresso in macchina un pellicano parlante recuperato da un robivecchi, il quale avvisa quando c’è da frenare (ma sempre troppo tardi), e trova da ridire alla portiera dell’hotel.
Il testo è talmente bello che vale la pena segnalare anche l’edizione andata in stampa Nobili e porci libri (edizione Liberincipit).
Anna_Maria_Monteverdi
2012-08-31T00:00:00
Tag: SanteramoMichele (2)
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