BP2012 Focus Genova e Liguria Un luogo concepito per la ricerca

Il progetto di Teatro Akropolis

Pubblicato il 29/02/2012 / di and / ateatro n. #BP2012 , 138

La buona pratica di Teatro Akropolis è innanzitutto quella di aver concepito uno spazio molto ben determinato e di aver lavorato fin da subito per la creazione di un’identità che fosse chiaramente riconoscibile. La direzione artistica del teatro non consiste solamente nell’organizzare una programmazione, ma è parte attiva in tutti quegli aspetti che di solito rimangono esclusi dall’influenza di chi vive lo spazio. Tali aspetti riguardano innanzitutto la progettazione architettonica dello spazio, seguita e curata direttamente dalla Compagnia Teatro Akropolis affinché il luogo possedesse le caratteristiche più adatte e versatili per accogliere i processi e i risultati della ricerca teatrale. Un luogo immaginato e progettato per la ricerca, infatti, non è e non può essere semplicemente uno spazio teatrale adatto ad ospitare anche la ricerca, a cui le sue esigenze semplicemente si adattano, ma un luogo pensato fin dalla sua origine per plasmarsi attorno alle necessità che la ricerca per sua natura possiede. Uno spazio modulabile in conformazioni differenti, ad uno stesso tempo completo ma estremamente semplice da immaginare e da trasformare. La necessità di creare un luogo con queste caratteristiche nasce dall’idea di stabilire una logica differente rispetto a quella commerciale per la gestione del lavoro degli artisti. Un luogo che non sia subordinato ai criteri della produzione teatrale, ma che sia aperto e attento ai tempi di un percorso di studio che può, e anzi deve, essere lungo. Non si può fissare un termine per una ricerca: essa finisce solo quando incontra l’opera, e per un processo del genere non esiste un tempo prestabilito, un criterio, una tabella o una scala di valori. La ricerca va semplicemente accolta, magari anche raccontata. Ciò rappresenta una sfida, che sostiene il valore di una qualità che solo l’innovazione può garantire, e che al tempo stesso offre agli artisti una casa dove incubare e far crescere le proprie intuizioni.

La particolarità più evidente che caratterizza Teatro Akropolis, parallelamente alla progettazione tecnica, è la sua gestione. Il teatro è un luogo che ospita tutto l’anno il lavoro della Compagnia Teatro Akropolis, insieme a quello di altre esperienze a cui viene data l’opportunità di lavorare in teatro per periodi più o meno brevi.
Nell’arco di due mesi all’anno, fra marzo e maggio, Teatro Akropolis organizza Testimonianze ricerca azioni, l’evento in cui il teatro si offre al pubblico grazie a un periodo intenso di attività che dà spazio ai lavori performativi di gruppi e artisti provenienti da tutto il mondo. Non si tratta di un festival comunemente inteso, dal momento che copre un arco di tempo molto più lungo di quello tradizionalmente assegnato a un festival. E ancor di più non è animato dallo stesso spirito di un festival, in cui solitamente si offre una rassegna delle novità di un determinato ambito teatrale. E, per finire, non è nemmeno una stagione, poiché copre un periodo di tempo questa volta molto più breve, sebbene accolga un numero di date comparabile.
Testimonianze ricerca azioni è piuttosto un’occasione per dare un peso preponderante all’artista rispetto allo spettacolo, mettendo in luce il processo piuttosto che presentare semplicemente il prodotto. Ogni artista è infatti invitato ad esibirsi per una sola data, pur rimanendo a Teatro Akropolis alcuni giorni durante i quali confrontarsi con gli altri ospiti e offrire riflessioni sul proprio lavoro attraverso seminari, workshop, conferenze, che insieme agli spettacoli costituiscono la programmazione dell’evento. In questo consiste la buona pratica di Akropolis, grazie a cui è possibile chiamare artisti importanti da tutto il mondo, contando sulla loro adesione ad un progetto concentrato nel tempo che consente di aprire il loro lavoro agli altri in maniera strutturata. E, caratteristica non meno importante, consente di concentrare gli sforzi organizzativi e gestionali della Compagnia Teatro Akropolis, in modo che siano preservati i tempi necessari a sviluppare la ricerca e quindi a portare a termine il lavoro artistico del gruppo.
E’ questa una buona pratica che potrebbe essere adattata fruttuosamente ad altre realtà che abbiano una struttura analoga a quella di Teatro Akropolis. Sarebbe infatti importante spezzare la logica consortile secondo cui singoli spettacoli completamente estranei fra di loro vengono condivisi, veicolandoli magari attraverso reti deboli. È invece molto più essenziale condividere un progetto che porti a un reale scambio di esperienze e a una reale condivisione di interessi. Ciò sarebbe possibile attraverso una comunicazione fra esperienze di ricerca basata su un sistema di residenze, che porti ad un confronto sul lavoro prima ancora che ad una mera condivisione di costi. In questo modo non solo sarebbe possibile mostrare il lavoro nei luoghi e negli ambiti più ricettivi e creare così una proposta complessiva molto forte e strutturata, ma allo stesso tempo sarebbe possibile mettere in atto una koiné artistica caratterizzata da un forte interesse a sviluppare il lavoro proprio in termini di apporto.

Un’altra buona pratica di Teatro Akropolis è quella della sua attività editoriale, svolta sotto il marchio AkropolisLibri. Ogni anno viene pubblicato il volume, Teatro Akropolis. Testimonianze ricerca azioni, in cui vengono raccolti gli interventi di tutti coloro che partecipano all’omonimo evento. Artisti, studiosi e critici sono invitati a scrivere un intervento che possa contribuire a tracciare il profilo di ciò che sta per accadere in teatro, dal momento che il libro esce ogni anno circa un mese prima dell’inizio dell’evento. Il volume diventa l’occasione per estendere ulteriormente il confronto fra le diverse esperienze, e allo stesso tempo rappresenta una traccia duratura di questo incontro, una parte integrante dell’esistenza e dell’attività del teatro come vero e proprio progetto culturale. Il libro ha una sua circolazione autonoma e viene pubblicato a partire dal 2012 in una coedizione con Le Mani Editore, garantendosi quindi una distribuzione nazionale.

Clemente_Tafuri_e_David_Beronio

2012-02-20T00:00:00




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