BP2011 MATERIALI Il migliore dei bandi possibili: una ricerca per le Buone Pratiche

Con il DATABASE dei bandi

Pubblicato il 22/02/2011 / di and / ateatro n. #BP2011 , 132

I finanziamenti allo spettacolo dal vivo sono quasi esclusivamente pubblici: statali, regionali, provinciali e comunali.
A livello nazionale si rileva la mancanza di una legge quadro che definisca le linee e i criteri per l’assegnazione di contributi ad enti che svolgono attività nel settore.
Esiste invece il Decreto Ministeriale del 22 novembre 2007 che definisce le modalità di erogazione dei contributi.
Relativamente agli Enti Locali (Regioni, Province, Comuni) si rileva come nella maggioranza assoluta dei casi i fondi vengano assegnati tramite bandi e gare.
La gara ad evidenza pubblica, infatti, è lo strumento più usato per l’affidamento di fondi alle strutture culturali esistenti in Italia ed è uno strumento che per struttura e natura dovrebbe garantire ai possibili interessati trasparenza e pari opportunità. Tuttavia tale strumento risulta nella maggior parte dei casi inadeguato.

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CRITERI DELLA RICERCA
Al fine di riuscire a capire la reale efficacia dello strumento “bando” nell’assegnazione delle risorse pubbliche si è deciso di analizzare una serie di bandi emessi dagli enti pubblici e privati dal 2008 al 2010 emessi in tutta Italia.
La ricerca di bandi di finanziamento di “Attività culturali” è stata condotta su internet, sui 240 siti istituzionali delle Regioni, Province e Capoluoghi di Provincia. Inoltre per ogni regione si è effettuata una ricerca generica sul motore di ricerca Google inserendo la stringa “nome della regione bandi attività culturali”.
Il procedimento di ricerca ha visto innanzitutto l’analisi della sezione bandi ed avvisi pubblici, l’analisi delle sezioni degli assessorati alla cultura, turismo, politiche giovanili, spettacolo.
Si è cercata innanzitutto la legge regionale di riferimento per il finanziamento delle attività culturali, se non presente si sono cercati i regolamenti per l’assegnazione di contributi e se non presenti i moduli per la richiesta di contributi.
Nei siti che presentavano sezioni specifiche dedicate alla cultura si sono analizzati i bandi emessi per le categorie “attività culturali” e “teatro, danza, spettacolo” e si sono scelti i più pertinenti al tema spettacolo dal vivo.
Per quei siti che invece presentavano tutti i bandi pubblicati, gare d’appalto per tutti i settori si è fatta una ricerca per parole chiave: sono stati individuati tutti quei bandi che nell’intestazione contenessero le parole “spettacolo, attività culturali, teatro, contributi, cultura, danza, musica, finanziamento, legge regionale di riferimento”, sono stati letti velocemente e sono stati selezionati quelli inerenti con questa ricerca.
Si è poi passati ad analizzare i siti delle fondazioni bancarie presenti su ogni regione e sono stati analizzati quei bandi/regolamenti che assegnassero contributi per attività culturali.

I numeri della ricerca:

Anni di riferimento 2008-2010
Siti istituzionali analizzati: 240
Siti di fondazioni bancarie analizzati: 92
Siti di enti privati analizzati: 30

Totale siti analizzati: 362

Bandi visionati: 300
Bandi analizzati: 160
Totale bandi: 460

CONSIDERAZIONI
I bandi per la cultura e lo spettacolo dal vivo sono per lo più emanati da enti pubblici (regioni, province, comuni) e declinati sulle varie leggi regionali che sostanzialmente impegnano le amministrazioni nel sostegno all’arte e alla cultura con delle forme pressoché identiche.
Ne risulta che il primo grande ostacolo, non è tanto nella burocrazia o nei vincoli amministrativi richiesti all’ente che intenda partecipare, quanto piuttosto nella assoluta mancanza di obiettivi che il bando intende perseguire, nella vaghezza dei parametri di valutazione qualitativa, di inquadramento delle azioni artistiche in un territorio, in un’identità, in un bacino di necessità analizzate. Persino le differenze di parti politiche fra le varie amministrazioni non contribuiscono affatto a rendere caratterizzati i bandi prodotti. Non cambia quasi nulla, fatta eccezione per le percentuali del contributo concesso.
Il problema è che la formulazione del bando non nasce da una preventiva analisi dell’offerta già presente nel territorio, dalle lacune che ne emergono, quindi dagli indirizzi che l’amministrazione vuole evidenziare. Ne esce di conseguenza un prodotto generico che elargisce fondi cercando di accontentare quanti più soggetti possibile nel territorio, spesso con contributi non congrui all’entità dei progetti presentati.
Terminata la fase di aggiudicazione poi, l’amministrazione non fa che riprendere in mano la pratica in sede di consuntivo, valutando così l’operato in ottica esclusivamente economica.
Ecco allora il secondo grande ostacolo, figlio del primo: come inizialmente non si era valutato l’ambito in cui far uscire lo strumento bando, non si erano definiti perciò bisogni e obiettivi da raggiungere, così adesso non si sente l’esigenza di valutare l’impatto che i vari progetti finanziati hanno avuto sul territorio. Manca uno strumento di controllo dei bandi e in molti casi manca anche un osservatorio sulla cultura.
Dalla ricerca condotta su tutte le regioni italiane è emerso un dato atteso: mediamente il maggior numero di bandi per la cultura e lo spettacolo è emesso dalle regioni del nord e la quantità si affievolisce man mano che si scende lo stivale.
Il dato inatteso è stato scoprire che regioni ritenute culturalmente vitali e virtuose, come l’Emilia Romagna e la Toscana hanno invece una esigua produzione di bandi per la cultura e lo spettacolo.
La sorpresa che un po’ ci aspettavamo è stata invece il fatto che regioni ritenute fino a qualche tempo fa culturalmente desertiche, come la Sardegna e la Puglia, siano oggi da considerare all’avanguardia non solo per la quantità di bandi emessi, ma per la specificità degli interventi che sembrano, in virtù di quanto detto in precedenza, nascere da un’analisi delle richieste e da una specificità del territorio.
Dal fronte dei contributi concessi alla cultura da istituzioni private (abbiamo nello specifico esaminato le fondazioni bancarie) possiamo dire che la quantità di bandi emessi a favore della cultura tende generalmente a favorire delle azioni maggiormente tangibili, come restauri oppure opere architettoniche. Ma se poche sono le Fondazioni che si occupano specificatamente di spettacolo dal vivo, quelle che lo fanno hanno almeno il vantaggio di esprimere obiettivi molto chiari, diversificati per i vari bandi e di prospettare un panorama più ampio in cui queste azioni di elargizione sembrano convergere. Ne sono un esempio il bando “Note e Sipari” della Fondazione CRT, la valorizzazione della creatività giovanile ad opera di Fondazione Cariplo e il bando per le iniziative ad ampia diffusione culturale della Fondazione Carito.
Una pratica piuttosto diffusa vede i soggetti a partecipazione pubblica, esclusi per questo da tutti i bandi pubblici, ricevere però in affidamento la gestione di strutture culturali pubbliche ed emettere attraverso tali strutture dei bandi ad affidamento diretto. Questa pratica fa perdere all’operazione la trasparenza del bando puramente amministrativo ma spesso ne escono dei prodotti interessanti, guardiamo ad esempio ai bandi emessi dal Teatro Pubblico Pugliese.
Probabilmente fra quelli analizzati non c’è “il migliore dei bandi possibili” e forse non ci sarà mai, ma in un mondo migliore ciò che rende necessaria l’elargizione di fondi alla cultura e nello specifico allo spettacolo non nascerà solo da una fantomatica linea guida costituzionale di valorizzazione di questo settore ma si fonderà sull’analisi di un bisogno reale ed incanalerà i propri sforzi in quella direzione per trovare dei soggetti che possano adeguatamente soddisfare quel bisogno, osservando il lavoro fatto e quello ancora da fare per tornare nuovamente ad aggiustare il tiro anno dopo anno.

APPENDICE
Qui di seguito una breve esposizione dei criteri di assegnazione dei contributi del Decreto Ministeriale e della Comunità Europea.

DECRETO MINISTERIALE TEATRO
Il Ministero per i Beni e le Attività culturali, attraverso la Direzione Generale per lo spettacolo dal Vivo, eroga contributi a soggetti che svolgono attività di teatro, commedia musicale ed operetta in base agli stanziamenti del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) istituito dalla Legge n. 163/85. Il D.M. in vigore è del novembre 2007.

OBIETTIVI DICHIARATI:
a)
Favorire la qualità artistica e il costante rinnovamento dell’offerta teatrale italiana, promuovendo l’innovazione nella programmazione anche attraverso le nuove tecnologie e sostenendo vari linguaggi teatrali con una particolare attenzione alla contemporaneità.
b) Consentire ad un pubblico sempre più alto di accedere alla cultura teatrale con particolare riguardo alle nuove generazioni e alle categorie meno favorite.
c) Favorire il riequilibrio territoriale fra le regioni con interventi perequativi.
d) Promuovere nella produzione teatrale la qualità, l’innovazione, la ricerca, la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi stili, favorendo il ricambio generazionale anche attraverso le residenze.
e) Agevolare la committenza di nuove opere e la valorizzazione del nuovo repertorio contemporaneo italiano ed europeo.
f) Promuovere la valorizzazione e la valorizzazione del repertorio classico
g) Ampliare la potenzialità del mercato teatrale anche promovendo la valorizzazione di luoghi non destinati ad attività di spettacolo e l’utilizzazione di siti storici ed aree archeologiche per lo sviluppo del turismo culturale.
h) Sostenere la formazione e tutelare le professionalità in campo artistico, tecnico ed organizzativo.
i) Promuovere l’interdisciplinarietà e la multimedialità.
l) Sostenere la promozione internazionale del teatro italiano, in particolare in ambito europeo, attraverso iniziative di coproduzione e di scambio di ospitalità con qualificati organismi esteri.
I contributi vengono assegnati con un decreto del Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo, tenendo conto delle leggi finanziaria e di bilancio, del parere della Commissione consultiva per il teatro,della Conferenza delle Regioni, dell’Unione delle Province Italiane e dell’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia, determinando così l’elenco degli organismi finanziati in armonia con i contributi stanziati nell’anno precedente e con la quota da stanziare per ciascun settore.

CRITERI GENERALI DI ATTRIBUZIONE DEL CONTRIBUTO:
Il contributo è assegnato:
• Sulla base delle voci di costo presenti nel preventivo finanziario presentato e considerate ammissibili (nelle percentuali e nei massimali stabiliti per ciascuna attività).
• Sulla valutazione qualitativa del progetto artistico.
• Sulla base della validità organizzativa ed imprenditoriale dell’ente richiedente.
• Sulla qualità culturale delle iniziative.
• Sulla natura professionale delle attività realizzate
• Sul rispetto dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro di categoria.
In ogni caso il contributo non può eccedere il pareggio di bilancio fra entrate ed uscite dei preventivi e consuntivi del soggetto beneficiario.

COSTI AMMISSIBILI AI FINI DELLA BASE QUANTITATIVA:
a)
Per i TEATRI STABILI,le IMPRESE DI PRODUZIONE ed il TEATRO DI FIGURA: oneri previdenziali ed assistenziali.
b) Per gli ORGANISMI DI PROMOZIONE E FORMAZIONE DEL PUBBLICO: compensi corrisposti agli organismi teatrali ospitati, costi di promozione, pubblicità e gestione sale con l’esclusione del personale dipendente.
c) Per L’ESERCIZIO TEATRALE: gestione della sala, costi di promozione del pubblico e pubblicità.
d) Per la PROMOZIONE TEATRALE, IL PERFEZIONAMENTO PROFESSIONALE E GLI ARTISTI DI STRADA: spese artistiche con esclusione delle spese generali.
e) Per le RASSEGNE E FESTIVAL: oneri previdenziali ed assistenziali, costi di ospitalità, pubblicità e promozione.
f) Per i PROGETTI SPECIALI: costi artistici ed organizzativi.
g) Per l’ATTIVITA’ ALL’ESTERO: viaggi e trasporti.

Nessun soggetto può essere ammesso a contributo se non ha svolto attività per almeno tre anni nel settore teatrale. Per i soggetti già finanziati negli anni precedenti, la domanda viene accettata a condizione che sia stato presentato il rendiconto artistico e finanziario relativo al penultimo anno antecedente a quello a cui si riferisce la domanda.

CRITERI DI VALUTAZIONE QUALITATIVA:
La valutazione qualitativa è determinata dalla Commissione che tiene conto della qualità artistica dei progetti e del parere espresso dalle Regioni sulla coerenza e l’efficacia dei progetti in riferimento alle linee di programmazione regionale in materia.
I criteri di valutazione qualitativa sono i seguenti:
a) Stabilità pluriennale e regolarità gestionale-amministrativa dell’organismo.
b) Direzione artistica o organizzativa.
c) Identità e continuità del nucleo artistico e organizzativo.
d) Spazio riservato al repertorio contemporaneo.
e) Periodo di impiego degli scritturati in rapporto ai compensi da corrispondere.
f) Carattere di stanzialità per le attività stabili e tipologia del decentramento territoriale per le attività di giro.
g) Integrazione delle arti sceniche e processi innovativi nelle attività di produzione.
h) Creazione di rapporti con le scuole e le università
i) Integrazione con il patrimonio storico ed architettonico.
l) Finalità sociali del progetto.
m) Rapporto consolidato con enti locali e istituzioni culturali.
n) Formazione e sostegno alle nuove istanze artistiche.
o) Impiego di giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni.
p) Qualificata attività di diffusione e documentazione, anche editoriale, dell’attività teatrale.
q) Rapporto fra entrate di bilancio ed intervento statale.

La Commissione, però, tiene anche conto, relativamente al triennio antecedente la domanda di contributo dei seguenti elementi:

a) Progetti artistici realizzati e andamento del flusso del pubblico pagante.
b) Capacità imprenditoriale di reperire risorse da parte di soggetti e istituzioni private e/o di enti territoriali.

Una valutazione qualitativa favorevole conferma, aumenta fino a tre volte oppure diminuisce la base quantitativa, fermo restante il limite del pareggio fra entrate e uscite del preventivo.
CATEGORIE DI SOGGETTI FINANZIABILI, GIORNATE LAVORATIVE E RECITATIVE RICHIESTE E QUOTE DI PARTECIPAZIONE DI SOGGETTI ALTERNATIVI ALLO STATO:
•
TEATRI STABILI AD INIZIATIVA PUBBLICA
• TEATRI STABILI AD INIZIATIVA PRIVATA
• TEATRI STABILI DI INNOVAZIONE (richiesta la disponibilità di entrate finanziarie provenienti da soggetti diversi dallo Stato in misura non inferiore al 40% dei costi sostenuti tra cui almeno un ente locale)
• IMPRESE DI PRODUZIONE TEATRALE
• TEATRO DI FIGURA
• ORGANISMI DI PROMOZIONE, DISTRIBUZIONE E FORMAZIONE PUBBLICO
• ESERCIZIO TEATRALE
• PROMOZIONE TEATRALE, PERFEZIONAMENTO PROFESSIONALE, ARTISTI DI STRADA: (Contributo non cumulabile con altre forme contributive previste dal presente decreto)
• RASSEGNE E FESTIVAL: (Contributo non cumulabile con altre forme contributive previste dal presente decreto, Il contributo ha carattere integrativo di altri importi finanziari e non può superare il 30% dei costi sostenuti. Il progetto deve essere inoltre sovvenzionato da uno o più enti pubblici.)
• ENTE TEATRALE ITALIANO
• ACCADEMIA NAZIONALE DI ARTE DRAMMATICA “SILVIO D’AMICO” E SOCIETA’ ITALIANA AUTORI DRAMMATICI
• PROGETTI SPECIALI: (Contributo non cumulabile con altre forme contributive previste dal presente decreto).
• ATTIVITA’ ALL’ESTERO

Le giornate lavorative e recitative richieste vanno da un massimo delle 5000 giornate lavorative e 120 giornate recitative richieste agli stabili ad un minimo delle 700 giornate lavorative e 80 giornate recitative richieste al teatro di figura. Giornate recitative ancora inferiori sono richieste agli organismi di promozione,distribuzione e formazione pubblico e agli esercizi teatrali.

CONSIDERAZIONI:
Le linee programmatiche del D.M., qui riassunte in modo schematico, tendono a sostenere l’attività di organismi considerati “affidabili” (la principale discriminante è l’attività almeno triennale) innanzitutto da un punto di vista amministrativo e poi da un punto di vista qualitativo.
Anche fra i criteri valutativi della qualità dei progetti, i primi posti sono occupati dalla stabilità amministrativa e organizzativa del soggetto, dalla comprovata professionalità della direzione artistica, dalla stabilità del nucleo artistico.
A seguire troviamo l’attenzione per il rapporto con il territorio: viene valutata la stabilità per le attività stanziali e il decentramento per le attività di giro, viene inoltre valutato il rapporto con gli enti locali e le istituzioni culturali locali, il rapporto con le Università e le scuole, la finalità sociale del progetto.
Questa attenzione è giustificata anche dal consistente ruolo che hanno gli enti locali nella valutazione dei progetti, esaminati con il parere della Commissione consultiva per il teatro,della Conferenza delle Regioni, dell’Unione delle Province Italiane e dell’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia. Viene dichiarato che il parere espresso dalle Regioni è basato sulla coerenza e l’efficacia dei progetti in riferimento alle linee di programmazione regionale in materia.
Altro elemento di attenzione dichiarato fra gli obiettivi generali è la contemporaneità dei progetti: la promozione di testi italiani contemporanei, di nuove tecniche e forme espressive artistiche, di nuove formazioni artistiche, l’ampliamento del mercato teatrale italiano.
Se affianchiamo ai dettami del D.M. gli elenchi degli organismi che hanno beneficiato dei sovvenzionamenti statali negli ultimi anni, possiamo vedere però che il risultato delle linee guida è quello di un mantenimento sostanziale dello status quo.
Ovvero, l’intento di tutela dell’Amministrazione attuato incentrando la gran parte dei criteri valutativi sulla affidabilità amministrativa e qualitativa dei soggetti finanziati,le agevolazioni date ai soggetti che già negli anni precedenti hanno ottenuto dei finanziamenti, la natura stessa del contributo che prevede la copertura solo di alcuni costi sostenuti prevedendo (in alcuni casi in modo dichiarato negli altri in modo implicito) il sostegno di altri soggetti pubblici o privati allo stesso progetto senza,tuttavia, incoraggiare i soggetti privati con una specifica politica di defiscalizzazione, fanno sì che di fatto venga consentito l’ingresso alle liste dei soggetti beneficiari solo a pochissime nuove realtà, finanziate con delle cifre insufficienti a garantire quella programmazione a lungo raggio e stabilità che lo stesso decreto richiede per continuare il rapporto di sostegno.
Insomma, la comprensibile prudenza dell’Amministrazione nell’accettare nuovi soggetti provoca un evidente immobilismo che ci rimanda alla stessa situazione già riscontrata nei finanziamenti concessi dagli enti locali: manca un preciso indirizzo politico, si cerca l’innovazione e insieme la garanzia dei soggetti più navigati, si richiede una capacità di reperire fondi integrativi senza incoraggiarne l’entrata in campo, si tende a distribuire a pioggia i fondi che le varie leggi finanziarie e di bilancio riducono dando poco a tutti poiché i criteri sono tanto generici da rendere ammissibili moltissime istanze anziché avere il coraggio di introdurre dei parametri più stretti, meno generici, se vogliamo orientati politicamente ma che realmente possano garantire un maggior sostegno ai soggetti ritenuti idonei.

LA COMUNITA’ EUROPEA
La Commissione europea, incoraggia le iniziative culturali in maniera duplice:
– mediante politiche dirette, principalmente culturali, oppure integrando la dimensione culturale con altri settori di interesse comunitario quali, ad esempio, la concorrenza o la politica industriale;
– tramite il sostegno finanziario mediante il programma Cultura (2007-2013), ma anche tramite iniziative diverse, quali, ad esempio, quelle che si collocano nel quadro delle politiche regionali .
Vi sono poi delle linee di finanziamento dirette come il programma Capitali della cultura che solo raramente pubblicano bandi per lo sviluppo di attività culturali ma che prevedono un’assegnazione diretta alle città selezionate.
I finanziamenti che passano tramite bando sono quelli del Programma Cultura 2007-13.
Dalla modulistica da utilizzare per la presentazione dei bandi si ritrova in particolare un budget estremamente strutturato pensato per permettere un costante monitoraggio delle azioni finanziate.
La cosa che caratterizza l’UE è l’attenzione posta nel monitoraggio delle azioni che porta alla fine del progetto finanziato ad avere un report adatto a evidenziare l’efficacia delle azioni finanziate.
Per una maggiore trasparenza è pubblicato un documento che illustra passo per passo come avviene la valutazione dei progetti da parte degli esperti, che non devono solo dare un voto per ogni voce ma devono spiegare il perché hanno dato quel voto
Interessante è che la pubblicazione della graduatoria dei progetti ammessi non è solo un mero elenco ma contiene la sintesi del progetto da realizzare, la tematica, l’elenco dei partner coinvolti, i recapiti del capofila, l’ammontare della sovvenzione e percentuale della copertura.
A livello italiano i progetti finanziati sono stati presentati da Comuni, Università, società cooperative e srl. Questi sono infatti gli enti che da normativa italiana possono partecipare in quanto o enti pubblici o enti privati con personalità giuridica.

Obiettivi:
– incentivare la mobilità transnazionale degli operatori in campo culturale;
– sostenere la circolazione transnazionale di opere e beni artistici e culturali;
– promuovere il dialogo interculturale
CHI PUO’ PARTECIPARE: Operatori e imprese culturali legalmente riconosciute se dimostrano di operare nel settore culturale e non avere scopo di lucro. Per partecipare bisogna essere o un ente pubblico / privato la cui attività principale è compresa nella sfera culturale con sede legale in una dei Paesi ammissibili.

Settore 1: sostegno a progetti culturali
Le organizzazioni culturali possono ricevere sostegno per progetti finalizzati a forme di cooperazione transnazionale al fine di creare e implementare attività artistiche e culturali.
Questo settore si rivolge a enti, quali teatri, musei, associazioni professionali, centri di ricerca, università, istituti culturali e autorità pubbliche, provenienti da paesi diversi fra quelli ammessi al programma, al fine di accrescere la cooperazione fra diversi settori e ampliare il loro campo d’azione culturale e artistico oltre i confini nazionali. Il settore è ripartito in cinque categorie.

Settore 1.1: Progetti di cooperazione pluriennali (durata non inferiore a 36 mesi e non superiore a 60 mesi)
Obiettivo: favorire legami culturali pluriennali e transnazionali all’interno di un gruppo minimo di sei operatori culturali, provenienti almeno da sei Paesi diversi per la realizzazione di progetti di cooperazione, e per lo sviluppo di attività culturali congiunte in un arco di tempo compreso tra 3 e 5 anni.
Sovvenzioni: min 200.000 max 500.000 l’anno e fino al 50% dei costi ammissibili totali.

Settore 1.2.1: progetti di cooperazione (durata non superiore a 24 mesi)
Obiettivo: sovvenzione di azioni condivise da almeno tre operatori culturali multisettoriali, provenienti almeno da tre paesi partecipanti al programma, per un periodo massimo di due anni. I progetti che promuovono rapporti di cooperazione sul lungo periodo sono tra i favoriti.
Sovvenzioni: min 50.000 max 200.000 l’anno e fino al 50% dei costi ammissibili totali.

Settore 1.3.5: progetti di cooperazione con i paesi terzi (durata non superiore a 24 mesi)
Obiettivo: progetti di cooperazione culturale che promuovano scambi tra paesi partecipanti al programma e paesi terzi che abbiano stipulato accordi di associazione o cooperazione culturali con l’Unione Europea. L’azione deve creare una concreta dimensione di cooperazione internazionale. I progetti di cooperazione devono coinvolgere non meno di tre operatori culturali, provenienti da minimo tre paesi partecipanti al programma, garantire una cooperazione culturale con almeno un’organizzazione del paese terzo selezionato e prevedere attività culturali nello stesso.
Sovvenzioni: min 50.000 max 200.000 l’anno e fino al 50% dei costi ammissibili totali.

Settore 1.3.6: sostegno a festival culturali europei
Obiettivo: sostegno ai festival che abbiano una dimensione europea e che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi specifici del programma (ossia la mobilità dei professionisti, la circolazione di opere e il dialogo interculturale).
Sovvenzioni: 100.000 e fino al 60% dei costi ammissibili totali. Il sostegno può essere garantito per una edizione del festival o per tre edizioni.

Settore 2: Sostegno a organizzazioni attive a livello europeo nel campo della cultura
Le organizzazioni culturali operanti, o che intendono operare, nel campo della cultura a livello europeo, possono essere sostenute nei costi di funzionamento.
Il tipo di sovvenzione previsto per questo settore rappresenta un sostegno ai costi di funzionamento delle organizzazioni beneficiarie per l’implementazione del loro programma di lavoro. Tale sovvenzione si distingue categoricamente dai finanziamenti riguardanti gli altri settori del Programma. Maggiori informazioni concernenti il sostegno dei costi di funzionamento e le sovvenzioni per progetti sono reperibili al capitolo III.2.
A tal fine, le tipologie di organizzazioni ammissibili sono:

a) ambasciatori,
b) reti di rappresentanza e difesa,
c) piattaforme di dialogo strutturato.

Sovvenzioni: min 100.000 max 600.000 EUR e fino all’80% dei costi ammissibili totali o dei costi stimati nel lavoro proposto.

Alessandra_Narcisi_e_Sabrina_Gilio

2011-02-23T00:00:00




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