Dossier Ivrea 1967 Per una archeologia del teatro contemporaneo
La prefazione del volume
Per gentile concessione dell’autore e come documentazione in vista del nostro prossimo incontro, pubblichiamo la prefazione del saggio dedicato al Convegno di Ivrea, in corso di stampa.
Se mi si concede il paragone un po azzardato, quello che ho svolto sul Convegno del 1967 è quasi un lavoro di archeologia teatrale: come un archeologo infatti, una volta reperiti i materiali e i documenti grazie al basilare e fondamentale aiuto del dott. Tradardi che già aveva iniziato il lavoro ventanni prima di me ho dovuto ricostruire e indagare lo svolgimento e gli avvenimenti di quei tre giorni del lontano giugno 1967. A quarantanni dal Convegno, infatti, e a venti dalla prima indagine su di esso, i ricordi non sono più nitidi, e spesso i racconti divergono parecchio. Punto focale dei contrasti e delle differenze tra le diverse versioni è ciò che avvenne la sera dell11 giugno, quando le divergenze, le opposizioni e le tensioni accumulate tra le diverse fazioni in due giorni di accesi dibattiti esplosero in un violento diverbio. Per quella sera erano in programma Proposte di spettacolo, con intervento del pubblico: Teatro dottobre, Teatro Orsoline 15, Compagnia Leo De Berardinis e Perla Peragallo. Anche se secondo diverse dinamiche e con diverse attribuzioni di colpe e meriti, condanne e assoluzioni a seconda di chi racconta, è da tutti riconosciuto che in quella serata scoppiò un violento alterco che condizionò profondamente la prosecuzione del Convegno: durante lo spettacolo del gruppo Teatro dottobre, Bene, Quartucci, Ricci e De Berardinis irruppero in scena interrompendo la rappresentazione, criticando aspramente il lavoro di Ambrosino, De Vita, Baini e di tutto il teatro dimpegno politico, accusandoli di mancanza di ricerca e addirittura di fare retroguardia. Ne seguì immediatamente una discussione dai toni duri e violenti, che creò unatmosfera di tensione che si protrasse per tutta la nottata, durante i lavori della Commissione fino allalba e anche per tutta la giornata successiva. Si verificò quello che si può definire uno scisma, tanto che il giorno dopo alcuni partecipanti, tra i quali lo stesso organizzatore Fadini, non presero parte allultimo dibattito, preferendo approfittare della belle giornata di sole per andare a discutere più piacevolmente in riva al Lago di Viverone, a pochi chilometri di distanza da Ivrea.
Ovviamente questa scissione fece nascere tra tutti una sensazione di fallimento del Convegno, nato proprio con la speranza di unire sotto ununica bandiera di Nuovo Teatro le diverse correnti italiane di rinnovamento teatrale. E probabilmente da ricercare qui il motivo per cui, nei tempi immediatamente successivi, al Convegno di Ivrea non furono riconosciuti la giusta importanza e il giusto peso, e nessuno si occupò di archiviare, ordinare e salvare tutti i documenti e i materiali, condannandolo così alloblìo.
Oblìo che durò per quasi ventanni, fino a quando Alfredo Tradardi, Roberto Pellerey e Lorenzo Mango, dellassociazione culturale ITACA, riuscirono a riportare alla luce le bobine con le registrazioni dei discorsi, e iniziarono un accurato lavoro di trascrizione e documentazione. Lassociazione ITACA era organizzatrice, assieme allAssessorato alla Cultura della Provincia di Torino, del convegno Memorie e Utopie: Convegno per un Nuovo Teatro (Ivrea 1967 Ivrea 1987), pensato per celebrare i ventanni dal primo storico convegno. Per questa occasione, già dall84 ITACA iniziò a preparare unaccurata ricerca sul Convegno del 1967 per conto della Regione Piemonte e della Provincia di Torino, in cui era in progetto di inserire: una relazione di Pellerey e una di Mango; le interviste a tutti i partecipanti con i loro giudizi sul Convegno a ventanni di distanza; il Manifesto di convocazione del Convegno pubblicato sul numero 247 del novembre 1966 di Sipario; una sintesi degli interventi curata da Pellerey; una trascrizione integrale del dibattito; alcuni commenti della stampa. Seppur il convegno dell87 si tenne, presso la sala congressi dellHotel La serra di Ivrea, alla presenza sia di giovani emergenti, sia di molti che già avevano partecipato a quello del 67, il testo invece non fu mai pubblicato. La ricerca si arenò alla terza bozza, quando il lavoro era già ad uno stadio piuttosto avanzato: quasi tutte le interviste erano state realizzate (ne mancano solo tre; quella di Bellocchio, che però, pur essendo tra i firmatari del manifesto, non partecipò al convegno, quella di Scabia e, purtroppo, quella di Carmelo Bene, il grande provocatore e protagonista del Convegno) e le trascrizioni delle bobine, nel frattempo copiate su audiocassette, erano a buon punto (circa alla metà della seconda giornata).
Tutto questo materiale rimase così in un cassetto dellassociazione ITACA fino a quando la Professoressa Cavagna non mi mise in contatto, nellaprile del 2004, col dott. Tradardi, che si dimostrò subito molto gentile, mettendo a mia disposizione lintera documentazione: non solo quella scritta, ma anche le quattro audiocassette rimanenti che lui personalmente aveva copiato dalle bobine originali con le registrazioni dei dibattiti, per poter eseguire più comodamente le trascrizioni. Oggi, a quasi quarantanni di distanza dal Convegno, a quanto mi risulta la situazione è la seguente: oltre a tutte le interviste ai partecipanti fatte tra l84 e l86, sono esistenti anche la trascrizione del dibattito della mattina del 10 giugno 1967; la trascrizione del dibattito della mattina e della prima parte del pomeriggio dell11 giugno; le audiocassette contenenti gli ultimi 45 minuti del dibattito della mattina del 10 giugno; i primi 45 minuti della conferenza-spettacolo di Carmelo Bene e Sylvano Bussotti (ma con audio molto rovinato) del pomeriggio del 10 giugno; lultima ora e mezza circa del dibattito della mattina dell11; i primi minuti del dibattito col Teatro del Centouno di Antonio Calenda e Virginio Gazzolo nel pomeriggio dell11 giugno; circa 50 minuti un dibattito confuso e con audio rovinato tra Ricci, Bene e altri; lintera conferenza-spettacolo del Teatro Gruppo di Carlo Quartucci nel pomeriggio dell11; lultima parte del dibattito conclusivo della mattina del 12 giugno. Mistero fitto su che fine abbiano fatto le bobine originali con le registrazioni degli interventi: lArchivio Storico Olivetti – che certo non si è dimostrato molto disponibile nella ricerca, creando mille ostacoli burocratici di richieste e autorizzazioni – dice di averle donate allArchivio del Teatro Stabile di Torino, il quale da parte sua risponde di non aver mai ricevuto né le copie né gli originali di quelle bobine.
Certo è che ben poco materiale è arrivato fino a noi e il convegno del 67 a Ivrea è rimasto come unAraba fenice nella storia del teatro italiano: tutti sanno che cè stato, che fu molto importante, ma nessuno sa di preciso che cosa si disse e che cosa avvenne.
Spero, umilmente, che questo mio lavoro possa aiutare a fare un po di luce.
Francesco_Bono
2007-04-27T00:00:00
Tag: Ivrea (15)
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