BPSUD Qualche idea sulle regole
In margine alle Buone Pratiche
Unipotesi di ripartizione delle competenze (e delle risorse) fra Stato e Regioni, con conseguente definizione di nuovi parametri e criteri di assegnazione delle sovvenzioni ai soggetti teatrali potrebbe far perno sulla dimensione e sulletà dell’impresa.
Si tratta soltanto di unipotesi di studio contenuta nel mio libro Teoria e tecnica dellorganizzatore teatrale (Editoria & Spettacolo, Roma, 2006).
Nella vita delle imprese, come in quella delle persone, cè unetà critica:letà dello sviluppo, in cui si possono rompere delicati equilibri, come rovinare ciò che di buono si è fino ad allora fatto. Lo studioso statunitense L.E. Greiner sostiene che ci sono cinque fasi nella vita di unimpresa, ognuna delle quali destinata a favorire lo sviluppo ma a concludersi con una crisi, la quale impone una riorganizzazione per fare il salto alla fase successiva. Nella prima fase (di start up, impresa giovane e piccola) è fondamentale lapporto di creatività a cui si accompagna una centralizzazione del comando ispirato a spontaneità ed informalità dellorganizzazione, che va in crisi però appena lo sviluppo dellimpresa entra nella seconda fase. Al comando si sostituisce lautorità di unabile direzione che farà crescere limpresa sino alla successiva crisi di autonomia, che risulta indispensabile in un organismo non più tanto piccolo da potersi consentire lesercizio di unautorità completa su tutte le decisioni da prendere. La terza fase è segnata così dalluso della delega, con affidamento di funzioni e di responsabilità ai singoli componenti dellimpresa. Questa fase porta con il successivo crescere dellimpresa ad una crisi del controllo sulle singole autonomie, risolto rinforzando nuovamente lautorità gerarchica e sviluppando il coordinamento fra i singoli. La quarta fase di sviluppo incontra poi il punto di crisi nella burocratizzazione dei processi che trova soluzione nella collaborazione orizzontale fra i livelli di responsabilità ed in quella verticale allinterno di ogni unità funzionale. Il processo di crescita potrebbe provocare unulteriore crisi che Greiner non definisce. Ciò che interessa in questa visione della crescita dellimpresa è la tesi secondo la quale le problematiche organizzative e gestionali risentono del rapporto fra dimensione ed età dellimpresa, variabili fra cui sussisterebbe un rapporto di proporzionalità diretta .
La Regione potrebbe sostenere, attraverso le Province ed i Comuni, le nuove compagnie nel primo quinquennio di attività, finalizzando lintervento finanziario allo start up e monitorando annualmente la crescita professionale artistica ed organizzativa attraverso lOsservatorio Regionale dello Spettacolo.
I soggetti che avessero raggiungo gli obiettivi di start up (definiti chiaramente dallordinamento regionale e declinati di volta in volta nel provvedimento di assegnazione del finanziamento ad ogni singola realtà), potrebbero essere affidati, per i successivi cinque anni, al sostegno dello Stato per il consolidamento dellimpresa, dal punto di vista artistico, organizzativo ed economico-finanziario. Lobiettivo del secondo quinquennio sarebbe quello di favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro ed una sempre maggiore capacità di autofinanziamento da parte delle imprese, attraverso la verifica di alcuni indicatori quali, per esempio, il rapporto fra entrate proprie e sussidi pubblici e la programmazione pluriennali degli spettacoli per la produzione, o lincremento del pubblico e lallargamento del bacino dutenza per le attività di ospitalità e distribuzione.
Dopo i primi dieci anni, i soggetti potrebbe accedere ad un finanziamento misto Stato-Regioni, in cui lo Stato sostiene lattività extraregionale e quella internazionale, mentre la Regione, direttamente, favorisce il ricambio (non solo generazionale) degli artisti, dei tecnici e degli organizzatori allinterno dellimpresa, consentendo così lingresso nel sistema di nuovi talenti e di nuove energie e, contemporaneamente, limitando il proliferare di realtà piccoli e deboli destinate, come accade oggi, a stazionare troppo a lungo ai margini.
Si tratta, evidentemente, di un approccio assolutamente nuovo che potrebbe costituire una base di confronto per riformulare le regole del sostegno pubblico con la necessaria fantasia che i tempi richiedono.
Franco_D’Ippolito
2006-12-15T00:00:00
Tag: #BP2006 (19), regole (2)
Scrivi un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.