L’arte di ri-creare visioni del mondo
Un manifesto all'alba del terzo millennio
Al sorgere del terzo millennio abbiamo guardato il planisfero del mondo e abbiamo immaginato che gli artisti più significativi dellimmagine, della parola e del pensiero di tutto il pianeta ne realizzassero uno nuovo. Ciascuno con il proprio sguardo, la propria voce e il proprio volto. Tanti autoritratti degli artisti, tracce del loro corpo e del loro mondo poetico. Tanti tasselli differenti, singoli e indipendenti, che compongono in uno stesso mosaico una nuova immagine del mondo, ed insieme una grande carta didentità artistica per il nuovo millennio. Con la speranza che attraverso la conoscenza e il riconoscimento delle identità proprie e altrui, e quindi delle loro differenze, sia possibile trasformare una mappa di conflitti in una mappa di scambi creativi. Non come imperativo ideologico ma come evoluzione culturale e spirituale.
Larte, nel suo senso più ampio che comprende le arti visive, la poesia, la musica, le arti sceniche e anche larte di pensare, cioè la filosofia, quale senso ha oggi nella nostra società globale, mediatica, tecnologica e materialista, dominata dalleconomia?
Nelle società antiche larte era indissociabile dalla vita e dai valori della comunità, svolgeva il ruolo di simbolizzare le aspirazioni, le paure e lidentità di una popolazione, di trasformarle in memoria collettiva (prima tramite loralità e la pittura, poi con la scrittura) e quindi in un patrimonio culturale e immaginario che si trasmetteva, aggiornandosi e innovandosi, di generazione in generazione. Larte era lanima creativa, lo specchio simbolico, nel bene e nel male, di una socialità. Una funzione che in qualche misura ha conservato fino al Novecento: agli albori del secolo con le avanguardie artistiche storiche che hanno interpretato le contraddizioni e i traumi della rivoluzione industriale moderna e delle ideologie totalitarie, e negli anni Sessanta quando nuove avanguardie hanno rivitalizzato unutopia di cambiamento, di maggiore equità e libertà sociali.
Oggi, nel nuovo millennio, il mondo sembra più piccolo, i suoi confini si sono definitivamente aperti, spesso traumaticamente, tramite i conflitti e le migrazioni, oppure tramite levoluzione dei trasporti e delle telecomunicazioni, o ancor più attraverso gli scambi commerciali e finanziari. Il villaggio è diventato globale (come profetizzava McLuhan), con una positiva miscellanea di etnie, culture e tradizioni, ma anche con un forte e duplice rischio: la perdita delle identità culturali locali o, allopposto e per reazione, la loro violenta e ideologica radicalizzazione fino al fanatismo nazionalista o pseudoreligioso. Gli interessi economici si sono sempre più coniugati a questi fanatismi, scatenando guerre, terrorismo, finte rivoluzioni, genocidi di massa, con conseguenze disastrose anche per lambiente naturale e la qualità della vita delle popolazioni, soprattutto le più povere.
In questo scenario larte, nonostante il valore dei singoli talenti, sembra aver perso il suo mordente nellimmaginario collettivo, la sua diffusione di massa si limita alle grandi mostre del repertorio classico o novecentesco, la sua contemporaneità è ristretta a un mercato dellarte sempre più simile al modello degli investimenti in borsa, oppure a un ambito circoscritto di addetti ai lavori, riviste specializzate, a occasioni espositive più commerciali che culturali (come le fiere), anche i tradizionali appuntamenti (come la Biennale di Venezia, Documenta Kassel, etc.) non hanno più limpatto propositivo e la credibilità del passato, le gallerie private sono deserte e le sovvenzioni pubbliche, con la recessione in atto, sempre più scarse. Oggi hanno un impatto sociale di gran lunga più rilevante la comunicazione pubblicitaria o un qualsiasi evento mediatico, ma né luna né laltro hanno la capacità di visione profonda dellanima delluomo e del suo tempo che invece può emergere dalle diverse espressioni artistiche. Anche rispetto alla tecnologia, che domina la nostra esistenza con uninnovazione accelerata e costante, spesso autoreferenziale (la novità fine a stessa), larte potrebbe assumere un ruolo molto importante interrogandone il senso, sperimentandone luso creativo, intuendo, rivelando e interpretando le trasformazioni esistenziali, antropologiche e culturali, biologiche persino, che essa può produrre, insomma pilotando la tecnologia al di fuori della logica puramente commerciale o militare verso uno sviluppo eticamente consapevole e creativamente innovativo.
Per tutte queste ragioni abbiamo voluto (Artero, Eubel e Pfeiffer e io) proporre a eminenti artisti, poeti e filosofi di tutti i continenti un atto simbolico forte e collettivo: ridisegnare il planisfero del mondo con immagini e parole che partono dalla riflessione su se stessi (lautoritratto, perché per cambiare il mondo bisogna partire da se stessi), si aprono a una relazione creativa con laltro (non conflittuale o economica) e complessivamente propongono una visione molteplice e interdipendente del mondo (non totalizzante e unilaterale, perché questopera collettiva è fatta mantenendo e valorizzando le identità individuali e culturali) per il nuovo millennio. Una visione insieme ironica, drammatica, riflessiva, sensibile, provocatoria, vitale…. Unopera collettiva, dove la creatività artistica è segno emblematico di unalternativa possibile alla logica distruttiva del conflitto, dellintolleranza, del profitto a ogni costo e della devastazione ecologica. Un atlante utopico del nostro tempo che idealmente abbraccia lintero pianeta e che vuole restituire allarte, alle arti, la sua funzione storica di avamposto intuitivo, sensibile, profetico, poliedrico, dinamico e pacifico dellimmaginario collettivo.
TESTO-MANIFESTO DEL 1994, revisionato e aggiornato
Allinizio di ogni millennio gli uomini immaginano un nuovo destino del mondo.
Il mondo si riflette in uno specchio collettivo e vede:
I popoli si mescolano ma non si uniscono. Razzismo, intolleranza religiosa e guerre civili proliferano.
La guerra tecnologica maschera le sue barbarie in una sorta di wargame elettronico che tutti possono seguire in diretta televisiva, come i giochi olimpici.
Il pianeta terra è diventato la discarica delluniverso. Il mito dello sviluppo tecnologico, industriale e militare illimitato, laumento indiscriminato dei consumi e della popolazione, vampirizza e devasta le risorse naturali, accentua il divario tra paesi ricchi e paesi poveri. Ogni 30 secondi un essere umano muore di fame.
I satelliti fluttuanti nello spazio percepiscono un pianeta blu, ma la sua anima sembra più nera.
Larte viene da questo mondo, ma genera mondi che non appartengono a nessun luogo.
Larte è il mondo della visione.
Lopera è una visione del mondo (Weltanschauung).
Larte è arte delle trasformazioni.
Cerchiamo allora di cambiare limmagine del mondo attraverso lo sguardo degli artisti,
la voce dei poeti e dei filosofi aperti al dialogo.
Abbiamo affidato al vento la nostra voce perché andasse nei cinque continenti, a domandare:
Qual è il ruolo dellartista in questo mondo?
Lartista come vede se stesso?
E come vede il mondo allalba del nuovo millennio?
Quale mondo nuovo può nascere dalle visioni dellarte e della poesia?
Il mondo è lo specchio delluomo.
Locchio è lo specchio del mondo e la finestra dellanima.
Lopera è confronto tra sé e il mondo.
Lopera è lautoritratto dellartista.
Il volto del mondo e quello dellartista si sovrappongono.
Ogni viso è un paesaggio. Un continente. Un mondo.
Andrea Balzola per Weltanschauung
CRONOLOGIA aggiornata DEL PROGETTO WELTANSCHAUUNG (da inserire nel volume pubblicato)
1993 – Nasce a Torino il progetto italo-tedesco Planisfero Weltanschauung – Autoritratto del mondo nel nuovo millennio, da unidea dellart designer Silvio Artero, dello scrittore Andrea Balzola e dellartista Johannes Pfeiffer. Lidea è presentata al Direttore del Goethe Institut Turin Paul Eubel, che accoglie il progetto, collaborando alla sua definizione e alla sua realizzazione.
1994 – Circa 150 tasselli che compongono il planisfero Weltanschauung sono inviati ad artisti di oltre 50 paesi di tutti i continenti. Le risposte degli artisti arrivano nellarco di tutto il 1994 e il 1995, fino a raggiungere una novantina di adesioni da più di quaranta paesi. Tra le adesioni ci sono molti nomi notissimi, numerosi emergenti e alcuni provenienti da paesi ai margini del mercato mondiale dellarte. Viene realizzato un poster che presenta il riempirsi progressivo del planisfera con le immagini inviate dagli artisti.
1995 – La direzione generale dellUnesco invita gli autori a presentare il progetto alla conferenza internazionale Art: tolerance and intolerance, organizzata il 15 dicembre presso la Fondazione Cini di Venezia. In questa occasione il francese Pierre Restany, la russa Swetlana Dscafarowa, litaliano Paolo Levi, i tedesci Manfred Nagele e Elmar Zorn, lindiano Sarat Maharaj, aderiscono al progetto come membri del comitato scientifico.
1996 Su invito di Ibrahim Spahic, direttore del Winter Festival di Sarajevo, gli autori del progetto presentano in anteprima mondiale il planisfero delle opere, non ancora completo, nel museo darte moderna della città martire bosniaca, appena uscita dai bombardamenti e ancora sotto stato dassedio. Andrea Balzola e Johannes Pfeiffer portano di persona e allestiscono il planisfero tra la fine di febbraio e linizio di marzo. I mass media italiani annunciano con rilievo levento, intervistando gli autori e gli artisti italiani coinvolti nellopera collettiva, tra i quali: Gilardi, Paladino, Pistoletto, Rotella, Vedova.
Alla fine di marzo il Ministero degli esteri italiano sceglie il Planisfero Weltanschauung come opera artistica simbolica della Conferenza intergovernativa europea per la Revisione del Trattato di Maastricht, presso la nuova sede del Lingotto di Torino.
1997-2000 Gli autori e Paul Eubel, nel frattempo nominato Direttore del Goethe Institut del Lussemburgo, progettano e realizzano un book in pochi esemplari con le fotografie delle opere e contattano poeti e intellettuali di tutto il mondo, chiedendo di partecipare allopera con un intervento autografo.
2001-2005 – Paul Eubel, divenuto Direttore del Goethe Institut di Palermo, continua e completa, con la collaborazione degli altri autori del progetto, il planisfero e il volume ottenendo la partecipazione al progetto di alcune delle più prestigiose figure internazionali nel campo della filosofia, della religione e della poesia. Il planisfero sarà composto con tasselli incorniciati con legno laccato lavorato appositamente a mano in Giappone.
Andrea_Balzola_per_Weltanschauung
2006-07-03T00:00:00
Tag: arte (2), balzolaandrea (26)
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