La formazione del pubblico e il rapporto con una comunità

Le Buone Pratiche 2: interventi & relazioni

Pubblicato il 18/11/2005 / di / ateatro n. 091

La funzione sociale del teatro, la forza anche terapeutica di comunicazione, aggregazione e identificazione che una comunità compie attraverso la ritualità teatrale, sono elementi che fanno del teatro, ancora oggi, la forma di comunicazione più diretta e immediata, la sintesi più efficace tra segno, parola e immagine.
In questo nostro periodo storico sopraffatto da indefinite culture, e dove spesso si discute intorno alla crisi dei valori culturali e alla nozione politico sociale del teatro, penso che il Teatro pubblico possa e debba svolgere un ruolo di preparazione e formazione del pubblico, tutelando e dando valore prioritario all’esperienza teatrale, alla funzione culturale del teatro e al rapporto intimo e personale con l’emozione della scena; una funzione che va anche oltre la realizzazione di un programma di qualità-anche se la qualità culturale delle scelte è senz’altro il parametro e l’obiettivo del nostro lavoro.
L’obiettivo è quello di non paralizzare la proposta teatrale con la formula dell’ abbonamento, o limitarsi all’apertura di sipario, ma di fare del teatro uno spazio vivo, che cerca percorsi possibili di attenzione e coinvolgimento con un programma di riflessioni intorno al far teatro, amplificandone la valenza culturale e spettacolare e aprendo altri orizzonti oltre la semplice fruizione dello spettacolo.
(proposte di riflessione,di incontro e di scambio culturale come la presentazione di libri, video, mostre)

Non ci sono formule o ricette predefinite ma è necessario lavorare sul campo,stabilire rapporti veri con la comunità e il contesto socio culturale, sollecitando varie tipologie di pubblico e svolgendo anche un ruolo di riferimento per professionisti dei vari linguaggi dello spettacolo, coagulando esperienze spesso informali e magamatiche di forte energia creativa.

E’ anche necessario sottolineare quanto sarebbe importante coinvolgere le amministrazioni locali, necessarie protagoniste di una diversa politica dello spettacolo che non può essere asservita allo sciatto divismo televisivo ma che deve investire sul rischio culturale e sulle nuove generazioni. Sono spesso le stesse amministrazioni, infatti, che contribuiscono, senza forse averne esatta consapevolezza, a determinare quelle “leggi selvagge de facto vigenti nei circuiti teatrali” e a voler imporre scelte non ponderate e non confrontate con le linee progettuali dei teatri pubblici.
Eppure in questo momento storico di crisi della cultura occidentale, nessun altro luogo come il teatro (neppure la scuola) possiede la forza di trasmettere saperi, letteratura, spaccati di vita, ricerca linguistica ed estetica.
Basterebbe crederci e unire in maniera complementare le forze e gli investimenti.
Certo non è facile ritrovare quell’energia catartica, quell’intenzione e quel valore focale all’interno di un contesto socio culturale (dove passano sogni, drammi, pensieri e riflessioni sul nostro vissuto contemporaneo) nella nostra distratta e affannata società.
Alcuni segnali positivi di frequenza di pubblico e soprattutto di attenzione verso il teatro, fanno pensare che siamo in controtendenza e che cioè si torna a prendere tempo per l’ascolto, per emozionarsi e per impegnarsi in una esperienza globale dove il teatro non è un elemento casuale o episodico ma ha un valore formativo e di crescita personale, sia che sia vissuto da protagonisti sulla scena o da attenti spettatori, attori consapevoli di un rapporto intimo e di coinvolgimento totale.
In questo senso è necessario muoversi su un progetto di teatro che indaghi intorno al valore profondo dell’esperienza teatrale, dove l’impegno prioritario,oltre quello di elaborare un programma di qualità, diventi la progettazione di un flusso di rapporti e di energie creative, per la costruzione di un territorio dove il teatro sia uno degli elementi fondanti della crescita di una comunità, consapevoli che il teatro, fa parte del mondo e che il profondo valore culturale e sociale del teatro è anche trasmettere sensazioni profonde, rifllessioni e pensieri.

Massimo_Luconi

2005-11-18T00:00:00




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