Un festival naturale

Le Buone Pratiche 2: Banca delle Idee

Pubblicato il 27/10/2005 / di / ateatro n. 091

E’ un Festival che si basa su un rapporto virtuoso con un territorio, quello del Parco Regionale di Montevecchia e val Curone.
Il Festival si tiene nei primi dieci giorni di settembre, in un tempo quindi ristretto ma su un territorio ampio (10 comuni). La caratteristica più forte è il legame tra gli spettacoli programmati e le location, che sono sempre di grande bellezzza: una chiesetta romanica, un chiostro cinquecentesco, alcune ville del ‘7-800, aie di cascine, il bosco, le cantine di un’azienda vinicola…
La scelta è stata quella di legare i linguaggi teatrali ai siti, e l’abbiamo chiamato Teatro Popolare di Ricerca. Dalla narrazione, alla Commedia dell’Arte, ai Burattini tradizionali, ma anche nuova drammaturgia e danza, laddove ci sia l’aggancio. (elenco dei nomi più noti: Giovanna Marini, Ascanio Celestini, Moni Ovadia, Lombardi-Tiezzi, Laura Curino, Virgilio Sieni, ecc. Ecc., ma anche un sacco di compagnie giovani, come quelle appena uscite da Scenario). Il risultato è che spesso lo spettacolo visto in quest’atmosfera ha qualcosa in più di quello visto a teatro. E si va alla radice della ricerca , nel segno della tradizione, della memoria, dei dialetti…
Quest’anno, ottava edizione, abbiamo caratterizzato la proposta con il sottotitolo Primizie. Molti artisti hanno presentato anteprime (Vacis-Balasso-Artuso, Allegri, Teatro dell’orsa, Olcese-Margiotta…)
L’organizzazione è fondamentalmente privata, fatta dal Teatro Invito con risorse risibili, che vengono per il 50% dai privati (piccoli sponsor e sbigliettamenti). Come facciamo a organizzare un Festival con più di venti spettacoli, in luoghi non deputati che dobbiamo allestire completamente e che cambiano ogni sera, gestendo circa 5.000 spettatori, con risorse pubbliche che non superano i 30.000€?
Attraverso la complicità col territorio.
I Comuni non hanno soldi ma ci possono prestare le sedie, mettere a disposizione volontari, aiutarci nella distribuzione del materiale pubblicitario. L’Ente Parco ci dà una foresteria, dove a notte si trovano a cenare artisti, tecnici, organizzatori e volontari. Gli agriturismi della zona ci danno alloggi e pasti gratis e ci mettono i loro prodotti (vino, formaggi, salumi, verdure bio), in cambio noi facciamo sempre qualche spettacolo che abbia a che fare col cibo o col vino, e in questo modo si promuove anche l’immagine del territorio, anche da un punto di vista turistico.
Trenta ragazzi danno una mano, in cambio di poter vedere qualche spettacolo o aver riduzioni sui laboratori che si organizzano.
E poi il pubblico è pubblico vero, dove si mischiano gli appassionati che vengono apposta dalle città (Milano,ma anche Lecco, Como, Monza, Bergamo) con la sciura Maria, che abita nel paese e viene per curiosità e magari ritorna l’anno dopo con tutta la famiglia.

L’ultima_luna_d’estate

2005-11-27T00:00:00




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