Relazione sul laboratorio di webcam-teatro (Roma, 30 maggio-6 giugno 2005)
Dal sito http://www.webcamtheatre.org
Primo giorno – 30 maggio
4 ore, 1 webcam, 8 persone Ho illustrato alcune comunità di webcam, spiegando le differenze di utilizzo del mezzo. Abbiamo “visto” anche i Survelliance Camera Players e ipotizzato una performance da una strada di Roma. Purtroppo le webcam da Roma attualmente sono rare, non sono belle e utilizzabili per una performance. Poi abbiamo visto il tipo di video streaming disponibile dall’università di Roma. Tra le tre tipologie di utilizzo delle webcam (attraverso una web-comunità; attraverso le webcam di strada messe on-line; attraverso uno streaming video personale) si è deciso di sperimentare l’intervento nelle web-comunità perché sono di immediata e facile gestione.
Dopo alcune prove di video-chat nella comunità di webcamnow la serata si è conclusa con la spiegazione dei soggetti delle 10 scene di Cercando Utopia come possibili spunti per creare delle azioni-webcam. Si è quindi fatto bainstorming sul concetto Il futuro è ora.
Secondo giorno – 31 maggio
4 ore, 3 webcam, 12 persone, molte nuove
Disponiamo di un host che ci permette di collegare contemporaneamente fino a 7 computer a Internet.
Dopo aver riassunto le cose fatte nel giorno precedente ci siamo collegati prima a webcamnow e poi a webcamitalia.
Per far provare cosa è la videochat a tutti quanti. Molta euforia e divertimento. Alla fine della serata si sono ipotizzate diverse possibilità di creare performance all’interno di una comunità. Ma non siamo riusciti a decidere cosa fare esattamente. Ci siamo lasciati con il compito di cercare altre comunità italiane.
Non abbiamo preso in considerazione i temi di Cercando Utopie perché sembra più semplice esplorare altre strade.
Terzo giorno – 1 giugno
4 ore, 4 webcam, 10 persone circa
All’inizio abbiamo avuto problemi di collegamento e attivazione. Poi ci siamo inseriti su webcamitalia. E stata una vera occupazione della video-chat. Si è molto improvvisato usando testi dall’Amleto e realizzando immagini con l’utilizzo di teli colorati e dello spazio. Ma il tutto era abbastanza caotico. Ci sono stati momenti interessanti ma niente di “concluso”. Le persone esterne al nostro gruppo che erano presenti in chat dopo un po’ ci hanno abbandonato. Abbiamo anche provato a fare il gioco del mimo. Ma l’unica persona esterna voleva chattare e non giocare agli indovinelli. Mentre i nostri, che erano presenti sia in sala che in video-chat, giocavano principalmente dal vivo piuttosto che on-line.
Abbiamo fatto un ultimo tentativo su webcamnow ma non siamo riusciti a catturare l’attenzione delle persone in chat. Anche perché nel gruppo c’era più attenzione all’utilizzo del computer e della chat e solo due persone si sono preoccupate di fare azioni. Alla fine abbiamo concordato sulla necessità di ipotizzare delle azioni-web precise da sperimentare. Bisogna che ci sia maggior coordinamento tra chi scrive e chi viene ripreso. Bisogna tenere conto che si puo’ vedere solo una camera per volta, e quindi è inutile tenere accese diverse nostre web-cam se non se ne prevede un uso specifico.
Giorno di Pausa – 2 giugno
1 ora circa da casa, 2 webcam
Ci siamo dati appuntamento sulla video-chat ognuno da casa propria. Non era certo che chi aveva il computer potesse anche essere disponibile. Infatti ci siamo connessi solo in due. è stato comunque interessante. Abbiamo giocato con il ritardo del segnale e con l’audio. Ho salvato il testo della chat.
Quarto Giorno – 3 giugno 4 ore, prima 1 poi 3 webcam, 8 persone
Abbiamo posizionato un tavolino con PC e webcam in modo che fosse la “zona di trasmissione”. Il PC era collegato al videoproiettore, che era visibile da eventuali spettatori senza PC in sala e da chi stava al tavolino.
Abbiamo spostato il tavolo collettivo in modo che chi stava al computer non potesse vedere bene lo schermo e potesse seguire le azioni principalmente attraverso lo schermo del proprio computer.
Ho illustrato il seguente programma della serata.
Dividere i partecipanti tra spettatori e performer, ovvero a turno saremmo stati spettatori o performer nella zona di trasmissione.
Ho proposto 2 ipotesi di esercizio performance.
1) Assolo quotidiano:
una persona apparentemente normale di fronte alla webcam comincia a dare di matto e a dire/fare cose extra normali pur mantenendo il controllo e la situazione standard.
2) Coppia creativa, uno chatta l’altro cura le immagini:
– elaborare un testo poetico, con oggetti o pose;
– elaborare una piccola storia, con oggetti o pose;
– rapporto di coppia litigiosa nella stessa inquadratura-tastiera.
Ci siamo collegati a webcamitalia. Abbiamo realizzato a turno la prima ipotesi, improvvisando. Una musica elettronica-ambient è stata trasmessa in sala. Ma a differenza di quanto mi aspettassi c’è stata molta creatività sulle immagini, e un po’ sui testi, ma quasi niente sul “personaggio” di fronte alla web-cam; che rimane quindi un terreno da esplorare con maggior attenzione.
Ho salvato il testo della chat. Avremmo dovuto ripetere l’esercizio con maggior attenzione al coordinamento chat-webcam ma… dopo una breve discussione e durante la “pausa” sono entrate in chat altre persone esterne al gruppo attivando un gioco di comunicazione che poi è sfociato in una sorta di happening (con la trasmissione di diverse musiche) dove realtà e finzione si mescolavano. Sono state collegate anche le altre 2 webcam. E entrata nel gioco anche gente dall’esterno del gruppo, che nonostante un certo disorientamento si è poi molto divertita. Ho salvato anche questa chat.
RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Mi ha sorpreso il fatto che i partecipanti al laboratorio, anche se non avevano mai fatto video-chat, si sono comunque facilmente fatti coinvolgere, soprattutto nell’improvvisazione. è stato molto difficile cercare di strutturare e sperimentare qualcosa di preciso.
Il fatto di trovarsi nella stessa stanza, con diverse connesioni, offre delle possibilità di confronto diretto ma “distrae” dalla sperimentazione specifica della webcam.
E’ comunque molto utile, e interessante, passare coscientemente dal ruolo di spettatore attivo a performer, fino ad eliminare la separazione.
Sono stati interessanti gli interventi creativi in chat fatti dagli esterni al gruppo. Peccato che non si siano potuti attivare anche con il video. Le prossime volte bisognerà provocare anche questa possibilità.
Nel caso dell’intervento in una “web-chat pubblica” (come abbiamo provato noi) è comodo essere più persone “performanti” ovvero che si sentono responsabili di “animare” la situazione come per fare spettacolo. In questo modo possono contagiare i passanti casuali. Le “azioni webcam” devono comunque essere aperte all’intervento-commento di tutti altrimenti, se danno l’impressione di essere uno “spettacolo strutturato”, rischiano di allontanare i presenti perché non si sentono necessari e co-protagonisti dell’evento. Infatti chi si connette a una video-chat lo fa anche per “mostrarsi attivamente” e non solo per “assistere passivamente”. Per prossimi laboratori devo cercare di strutturare meglio degli altri esercizi-prove come quelli dell’ultima sera.Inoltre bisognerebbe provare a fare un lab (o almeno una sua parte) con i partecipanti che stanno nelle loro case in modo da avere un riscontro più specifico della performatività del mezzo. Anche se non siamo riusciti ad affrontare i temi di Cercando utopie il laboratorio è stato comunque un “luogo felice”.
4 giugno 2005
Giacomo_Verde
2005-06-08T00:00:00
Tag: digitale (96), Giacomo Verde (19), teatroenuovetecnologie (25)
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