Che cosa è il fascismo? Giardini Pensili in scena a Berlino
Intervista a Roberto Paci Dalò sul suo progetto Italia anno zero
Prendiamo a prestito il titolo di una delle opere storiche di Fabio Mauri che negli anni Settanta riproduceva performativamente una cerimonia di ludi juvenilia del Ventennio a sottolineare lipocrisia trionfalistica ed esaltativa della retorica fascista per parlare dell’ultimo lavoro video-musicale scenico di Paci Roberto Dalò Italia anno zero in programma al Berliner Festspiele l8 marzo.
Ha debuttato a Budapest (Festival dAutunno) e in seguito è stato a Vienna al prestigioso Festival Wien Modern il concerto scenico Italia anno zero, realizzato in collaborazione con la compositrice austriaca Olga Neuwirth. Il fascio littorio, le tazzine con Mussolini a Predappio, latmosfera retrò, il neorealismo cinematografico insieme alla poesia italiana, da Leopardi a Pasolini.
Avevamo incontrato Paci Dalò a Roma nellottobre 2004 poco prima del debutto di questo spettacolo che unisce letteratura, musica e film e in cui si parla di fascismi vecchi e nuovi. Con lui avevamo guardato il film interamente in bianco e nero di 55 minuti con la voce narrante di Sandro Lombardi, concepito per essere proiettato su uno schermo invisibile e dietro il quale suonano in diretta i musicisti; alle loro spalle un fondale con immagini in diretta che offrono un ulteriore contrappunto visivo al film. Gli interpreti stanno dentro il film, dentro lo spazio della proiezione, incastrati tra gli schermi in scena con i vari strumenti (strumentazioni elettroniche, clarinetti) mentre la voce ha un proprio spazio di riconoscibilità. Sono ingabbiati dentro questa scatola visiva il cui punto di partenza precisa Paci Dalò – è il testo, o meglio i testi: Pasolini, Gramsci, Leopardi.
Il testo-guida è la colonna che serve da cue; su ogni testo cè un intervento sonoro diverso. La voce del testo non è elaborata perché voleva essere un gioco di purezza del testo, il resto della musica è potente. una sorta di noise band . Prendiamo materiali sonori e li immettiamo in un flusso che ha a che fare, è vero, col noise con il mondo del rumore, violento, giochiamo sulla psicoacustica, sulla percezione, sulle frequenze subliminali, sugli ultrasuoni, sulle subfrequenze. Il suono permette di creare queste fasce estreme, queste frequenze gravi che permettono di lavorare con grande potenza sullarchitettura del luogo. Il progetto è partito dal testo: le lettere di Gramsci, frammenti poetici di Pasolini e di Leopardi. Linfinito e Poesia in forma di rosa… Mi piace la logorrea di Pasolini, scriveva di continuo, cè poi questa psicogeografia, questa doppia vita diurna e notturna. Come un cane senza padrone è on the road con le sue derive… E alcune riflessioni su quella che è proprio una combinazione devastante questa sua particolarità, questo essere comunista cattolico e omosessuale che creava problema allepoca, ora forse ancora di più. Unopera di riferimento è per me Salò. Un punto limite, se vuoi, era il 1975. Diceva: Quando cè libertà si può fare qualcosa, quando non cè libertà si può fare tutto. Il lavoro è una riflessione non solo sulla permanenza del fascismo in Italia a tutti i livelli della società, ma sulla constatazione – quello che mi interessa in modo più sottile – di tutto ciò che ruota intorno allidea del pre-fascismo. LItalia è un paese fascista dentro. Bastard inside. Tutte le reazioni, politiche, sociali, a tutti i livelli, sono dei tasselli che hanno a che fare con un approccio, un atteggiamento fascista. Questo si capisce perfettamente con Leopardi che non può essere accusato di fascismo! Leopardi, lui sì che è il più il vero rivoltoso, quello che ha scritto le cose più violente, rispetto agli altri..
A quale testo ti riferisci in particolare? E cosa unisce il fascismo e Leopardi?
Il testo principale utilizzato è il Discorso sopra lo stato presente dei costumi deglitaliani. Leopardi dice: Gli italiani non sono capaci nella cosiddetta intimità della casa, non sono capaci di parlare tra loro, non comunicano… è un problema linguistico, è unincapacità…è vero, se penso alle amicizie, incontri dove non ne esce nulla, devi saper dire cose vere, un problema! Riscontrare tristemente questo disprezzo per la vita altrui, della normalità della quotidianità. Luoghi comuni sulla bontà dellitaliano sono rimasti, se penso a quanto la Germania ha riflettuto sul periodo del nazionalsocialismo, e a quanto non ha fatto lItalia!
Quali sono stati i tuoi riferimenti storiografici oltre che letterari?
La mia figura drammaturgica di riferimento è Heiner Müller. Poi mi interessa un certo tipo di drammaturgia italiana che ha a che fare con la storia, con i documenti, con loralità. Tra altri testi che ho utilizzato ci sono Psicologia di massa del fascismo di Wilhelm Reich e gli scritti di Giorgio Baratta su Gramsci. Lavoro ormai da molto tempo con/su autori come Giorgio Agamben, Müller o Benjamin che fanno da filo conduttore spesso non esplicitato al tutto il mio lavoro. Lavorare sugli scarti percettivi è un tipo di intervento politico. Tutto il lavoro è poi unindagine sulliconografia fascista, con filmati degli anni Trenta e Quaranta presi e rallentati, usati chimicamente, diventati altro rispetto alluso documentario. Una pratica non lontana da maestri come Yervant Gianikian-Angela Ricci Lucci, Peter Forgasc, Aleksandr Sokurov, che sono per me un punto di riferimento. Dal punto di vista del lavoro sulla memoria e sulle immagini, mi colloco in questa tradizione.
Nel film compaiono immagini di Mussolini, delle adunate fasciste…
In tutto il lavoro Mussolini non ne esce come il luogo comune vorrebbe… Questo non è uno spettacolo antifascista, casomai contro i luoghi comuni… E il far parlare le cose, come dire: Sentiamo cosa cè dentro. Il nostro lavoro vuole andare al di là della retorica antifascista di comodo. Vorrebbe lavorare in maniera più trasversale, non basta dire: Cera una volta il fascismo… Vorrei parlare del fascismo dentro di noi tutti in quanto italiani. Si guarda diversamente a Mussolini tramite la post-produzione, attraverso le immagini rallentate ed esasperate; sono immagini tipiche delloratoria fascista. Un lavoro importante è stato fatto sulla voce di Mussolini, ho selezionato una serie di frase e parole, ho lavorato con la sintesi granulare, sulla forma donda, per far sì che non si riconoscano le parole. Una polaroid acustica della lugubre oratoria fascista. Come lavorare con una lente di ingrandimento, con la luce evidenzi un aspetto, con il suono entri nello spettro di una particolare parola, un lavoro di laboratorio sulla grana sonora. Il senso della parola è una cosa, laltra è la sua fisicità. Fino a un certo punto stai a pensare proprio alla composizione interna chimica di questo materiale, fisica e psichica, la grana della voce, direbbe Barthes. E il desiderio di creare, crearla usando dei materiali suoi, non suppletivi che si sovrappongono.
Quali altri materiali hai utilizzato come iconografia?
Quasi tutto il girato è stato fatto a Roma alla ricerca delle tracce delliconografia che tuttora permangono. Fasci littori, aquile, lEur in particolare, dove avevo già lavorato con Anna Bonaiuto allo spettacolo Metamorfosi creato al Palazzo della civiltà italiana (il Colosseo quadrato). Ci sono immagini e architetture legate a un periodo storico artistico ben definito insieme a immagini dei giorni nostri, girate per strade, allEsquilino, molta polizia… LItalia è di fatto uno stato di polizia e le immagini evocano la normalità di questo quotidiano. Immagini di carabinieri, di piccole manifestazioni; niente di particolarmente violento ma sufficiente per intuire qualcosa di più preoccupante e sottile
E il cinema nel cinema
Ho inserito immagini di interni con unattrice girati in unambiente non caratterizzato storicamente ma che evoca attraverso gli abiti un periodo indefinito tra anni trenta e quaranta. Lei è nella finzione una spettatrice di un film proiettato in un cinema invisibile e siamo noi il film che lei sta guardando. In bianco e nero per dare lidea dellambiguità temporale, e talvolta sfuocato. Il film è lo spazio, non è importante distinguere chiaramente.
Hai inserito anche parti di animazione..
Ho usato lanimazione con riprese Super8 a passo uno. Lopera di Francis Bacon è evocata da uomini di plastilina, video e pellicola. Durante la preparazione ho guardato diversi lavori di autori come Jan Svankmajer e i Quay Brothers. In futuro non mi dispiacerebbe creare un intero film in animazione.
Con Olga come avete lavorato sul piano musicale?
Il testo era la cosa più importante, abbiamo fatto le traduzioni e costruito il libretto multilingue dellopera. Abbiamo lavorato sulla struttura più che sulla partitura di ogni singolo strumento. Ci sono tante cose improvvisate e controllate in diretta durante la performance. Io e Olga siamo entrambi in scena insieme a un piccolo gruppo di musicisti e lavoriamo con elettronica, strumenti acustici, campionatore. Cè da dire che il film costituisce la vera partitura dellintero progetto. E il film che guida lazione complessiva.
Cè un progetto on-line per Italia anno zero?
Abbiamo deciso di mettere diversi file audio nel sito del progetto. File che si possono liberamente scaricare e che permettono di ricomporre una propria versione del lavoro. E per il pubblico in sala cè la possibilità di portare a casa una scatola di CD (completa di inlay card e copertina) pronta per alloggiare la propria versione dellopera.
Anna_Maria_Monteverdi
2005-03-04T00:00:00
Tag: fascismo (14), PaciDaloRoberto (4)
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