Quindici anni di buone pratiche?

La Corte Ospitale: 1989-2004

Pubblicato il 29/10/2004 / di / ateatro n. 075

Il centro teatrale La Corte Ospitale, nato nel lontano 1989 dalla stretta collaborazione tra il sottoscritto Franco Brambilla, regista ed attuale Direttore artistico del centro, ed Anna Pozzi, all’epoca Assessore alla cultura e, successivamente, Sindaco del Comune di Rubiera, si caratterizzava fin da subito per un impianto progettuale, artistico ed organizzativo del tutto inusuale nel panorama teatrale dell’epoca:
– l’idea della stanzialità e il desiderio di dare respiro alla ricerca, garantendo agli artisti tempi adeguati di elaborazione;
– l’individuazione, all’interno delle attività programmate, dei diversi ambiti della produzione, della promozione, dell’ospitalità, secondo logiche economicamente sostenibili ma non necessariamente legate alla tirannia del mercato;
– la scelta di privilegiare un approccio interdisciplinare, ben prima che divenisse un incentivo ministeriale (ricordiamo lo spettacolo dedicato al futurismo Sintesi e simultaneità, i lavori condotti con Balestrini, Giuliani e Sanguineti e, recentissimo, La ballata di Franz);
– la volontà di aggregare, nelle residenze, personalità artistiche “affini” su progetti monografici che costituivano il nucleo centrale del lavoro a volte di un intero triennio ( si pensi alla nostra decennale collaborazione con J. Svoboda, ai progetti condivisi con I. Ivo, A. Kaiser, A. Celestini, e il sostegno offerto, attraverso una residenza nell’Ospitale, nell’ottobre di quest’anno alla produzione di R. Sarti e B. Storti La nave fantasma);
– l’attitudine ad articolare la programmazione in settori ed iniziative capaci di alimentarsi e sostenersi a vicenda, ad esempio attraverso un rapporto non strumentale con le scuole con le quali è possibile organizzare momenti di informazione e preparazione all’evento su contenuti articolati in un orizzonte più vasto ed interdisciplinare, che consente una qualificata documentazione e diffusione anche editoriale dell’attività teatrale (rinviamo, a tale proposito al Progetto giovani, che vede ogni anno la partecipazione di qualche migliaia di studenti delle Scuole superiori, o all’iniziativa di educazione ambientale T.E.A-Teatro-Ambiente, destinata alla scuola dell’obbligo, che veicola importanti elementi di conoscenza dell’ambiente, attraverso la fruizione di spettacoli appositamente prodotti per tale occasione e nati dalla collaborazione artistica tra Franco Brambilla e Bruno Tognolini );
– il legame con il territorio, inteso anche e soprattutto come relazione diretta tra l’opera, l’azione scenica e l’ambiente fisico, architettonico, sociale e culturale ove il lavoro si colloca, (tra tutti ci corre l’obbligo di citare l’esemplare esperienza scaturita da una nostra produzione del 1997, SS9 Ulysse on the road);
– la valorizzazione, attraverso l’azione teatrale, di contenitori e luoghi non-teatrali (citiamo, tra gli altri, il progetto di trekking teatrale Il Principio del piacere del 1995 o i più recenti Aqua micans e Apocalisse infinita) la scommessa, vinta, di poter contare sulla mobilità di un pubblico disposto a seguire un’offerta culturale realizzata in provincia, purché coesa e coerente, in qualche misura innovativa e diversa rispetto all’omologazione dei teatri circostanti;
– la ricerca, nella stesura dei programmi, di una precisa relazione tra progetto di ospitalità e produzione, ricerca e formazione, documentazione ed informazione;
– il rapporto consolidato attraverso regolari convenzioni ed accordi di programma con gli Enti Locali di diverso livello (Comune di Rubiera, Provincia di Reggio Emilia e Modena, Regione Emilia Romagna) e con le istituzioni culturali, non solo locali o nazionali, ma anche di livello europeo (il nostro centro è socio dell’A.C.C.R, associazione europea che raggruppa le istituzioni culturali che operano, secondo criteri stabiliti da un apposito statuto, in edifici storici restaurati);
– la buona relazione con il mondo dei privati sostenitori (la nostra associazione comprende tra i suoi soci due imprese private, presenti con i loro rappresentanti nel Consiglio di amministrazione, e tra le prime realtà in Italia ha usufruito concretamente delle possibilità offerte dall’Art. 5 del DM 11/4/2001, G. U. 27/07/2001 n. 173 in attuazione dell’art. 38 legge 21/11/2000 n. 342) che rende sostenibile il rapporto tra uscite di bilancio ed intervento statale, che non copre neppure l’importo degli oneri complessivamente versati.
La Corte Ospitale, dunque già nella scelta del nome, ispirato alla denominazione del complesso monumentale cinquecentesco, oggi completamente restaurato, che è divenuto la nostra sede, dotata di sale prova, foresteria, spazi di lavoro, indicava di voler trarre la propria linfa da un impianto progettuale non autoreferenziale, ma al contrario assai articolato, che esprime una specifica attenzione alla cultura del mondo contemporaneo, privilegia l’idea di stanzialità e di identità artistico-culturale attraverso un impianto interdisciplinare che garantisce la riconoscibilità del centro stesso, la continuità del progetto, la sua articolazione in varie fasi per ognuna delle quali sono previsti degli esiti, a volte semplici momenti di incontro, a volte presentazione di uno studio, saldando le peculiarità artistiche a quelle organizzative e realizzative.

Franco Brambilla
Regista della Compagnia Locus Solus e Direttore Artistico de La Corte Ospitale

Franco_Brambila

2004-11-02T00:00:00




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