Quale futuro per l’ETI?
Una giornata di incontro a Roma
Un convegno sulle sorti dell’Ente Teatrale Italiano
Quale futuro per l’ETI – Ente Teatrale Italiano? e quale deve essere il ruolo ed il significato da attribuire allaggettivo “pubblico” dellunico organismo di promozione e diffusione dello spettacolo dal vivo esistente oggi in Italia. Se ne è discusso, stamattina, in un convegno, animato ed affollato, organizzato dalla Funzione Pubblica e dalla SLC della CGIL.
Numerosi gli interventi provenienti dai vari organismi dello spettacolo nellintento di presentare e chiarire, in modo puntuale, la situazione difficile in cui verte lente, in un momento di trasformazione in atto dalle questioni legate allattribuzione del FUS allimminente presentazione della bozza di legge unificata dello spettacolo dal vivo, nonché allulteriore passaggio legato al prossimo cambiamento del direttore generale, come già annunciato dai giornali.
Il Convegno, moderato da Lilia Chini (segretario CGIL Roma-centro) ed introdotto da Alfredo Garzi (Funzione Pubblica Nazionale CGIL), si è avvalso dei contributi dellon Franca Chiaromonte (DS) che ha manifestato il timore che nelle politiche dellattuale Governo rientri una dismissione, prima ancora di una privatizzazione, dellEnte. Enzo Gentile, vice presidente dellAGIS, mostrandosi in disaccordo su unidea di privatizzazione ha rilanciato il concetto pubblico dellEti attraverso unazione di promozione della fruizione della cultura teatrale sullintero territorio, sostenendo il rapporto tra lo Stato e le Regioni al fine di superare il limite di sola gestione dei teatri le quattro sale programmate a Roma (Quirino e Valle), Firenze (La Pergola) e Bologna (il Duse) .
Altro nodo variamente condiviso è quello dellottimizzazione delle competenze specifiche e altissime interne allente, proposto da dal professor Renzo Tian, studioso di teatro e Commissario Straordinario della passata gestione ETI, che ha ribadito il ruolo di un ente pubblico chiamato a promuovere cultura, “una promozione che non sia divulgazione né distribuzione quantitativa ma creazione di focolai di cultura teatrale attraverso la formazione di strutture in grado di diventare, a loro volta, volano di sviluppo costante sul territorio: non è concepibile che un ente nato, cresciuto, evolutosi in 60 anni di attività abbandoni il sentiero del pubblico“. Cosa servirebbe al mondo teatrale, lo ha chiarito Paolo Aniello, presidente della Tedarco-Teatri darte contemporanea, sostenendo la necessità che la promozione e la divulgazione della cultura teatrale restino funzione pubblica dellente mentre la gestione dei quattro teatri sia affidata ad un organismo diverso tipo fondazione. Lon. Gabriella Pistone (comunisti italiani) ha preceduto lintervento di Domenico Galdieri, presidente dellETI, che condividendo i contenuti delle relazioni precedenti, ha esplicitato la necessità di difendere e supportare “il teatro privato di eccellenza e qualità” che è stato lobiettivo delle linee dellEti degli ultimi due anni. Gli ha risposto immediatamente il consigliere Luciana Libero, ponendo il quesito rispetto alle linee dellEti: “è questa la politica giusta per un ente pubblico?” Dopo questi interventi il dibattito si è acceso, supportato dal contributo di Oliviero Ponte di Pino, giornalista e critico teatrale, il quale si è rifatto alla funzione di progettualità ampia dellente che non deve intervenire sullesistente ma intercettare, individuare ed interagire col sistema teatro laddove ce ne è bisogno, come “gli enzimi in una reazione chimica”.
Giunge a questo punto la richiesta di un tavolo di concertazione da parte Carlo Tarlini del sindacato lavoratori comunicazione CGIL, al fine di superare la discrasia tra le dichiarazione dintenti e le azioni svolte dai vertici dellEnte anche in relazione alla gestione dei rapporti col personale; convinto che lETI vada salvaguardato nella sua funzione di confronto, sollecitazione e raccordo sul territorio anche attraverso lo strumento dei teatri direttamente gestiti, quali luoghi da vivere non solo per la fruizione dello spettacolo serale. A conclusione dei lavori, sono intervenuti Raffaele Squitieri, capo di Gabinetto del Ministro Giuliano Urbani nonché Magistrato della Corte dei Conti e il dottor Salvo Nastasi, designato quale Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo. Entrambi hanno espresso la disponibilità allapertura di un tavolo di concertazione al fine di migliorare il funzionamento dellente affinché superi la delicata situazione contabile e finanziaria in cui si trova al momento: lETI stenta a rivestire il proprio ruolo istituzionale perché carente di una progettualità alta alla quale affidare finanziamenti mirati.
La CGIL si ritiene soddisfatta dellandamento dei lavori che si prefiggevano di sottolineare e ribadire la necessità della funzione pubblica dellETI e della trasparenza nella sua gestione, e che hanno trovato la piena condivisione da parte degli interventi esposti.
I_rappresentanti_aziendali_del_Sindacato_Lavoratori_Comunicazione_e_della_Funzione_Pubblica_CGIL_dellETI
2004-06-26T00:00:00
Tag: CGIL (3), Ente Teatrale Italiano (38), ETI (40)
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