Dall’archivio di ateatro: La camera astratta di Giorgio Barberio Corsetti & Studio Azzurro
originariamente pubblicata su «il manifesto», 18 giugno 1987
Reduce dal successo di «Dokumenta 8» è approdato a Milano il nuovo lavoro di Studio Azzurro e Giorgio Barberio Corsetti, La camera astratta. Due gruppi impegnati nella ricerca sui mezzi espressivi il primo sul fronte del video, il secondo su quello del teatro confrontano le loro esperienze, in un intreccio raffinato e innovativo che è insieme una riflessione sui media e un tentativo di rinnovare il linguaggio dello spettacolo.
Studio Azzurro e Giorgio Barberio Corsetti proseguono così nella loro ricerca comune e parallela. Il gruppo di giovani videomaker milanesi continua il lavoro sullhabitat del video, considerato quindi come «televisore»: un oggetto di serie inserito nella quotidianità, e non un semplice schermo da riempire di immagini, di cui è necessario quindi verificare le possibilità dazione trasferendolo su una scena teatrale.
Giorgio Barberio Corsetti e i suoi sei giovani attori (Philippe Barbut, Massimo Borriello, Anna Paola Bacalov, Benedetto Fanna, Irene Grazioli e Giovanna Nazzaro) hanno accolto nel loro spazio inventivo e animato questo elemento estraneo, inserendolo con naturalezza nel loro universo poetico e spettacolare.
La nuova tappa di una collaborazione che ha già al suo attivo Prologo a Diario segreto contraffatto e Correva come un lungo segno bianco porta lambivalente titolo La camera astratta.
Lo spunto narrativo è lo spaccato di un immaginario e labirintico ambiente mentale, durante una camminata allaria aperta: un intreccio di immagini e visioni, proiezioni e fantasticherie. Lesile aneddoto offre, in pratica, soprattutto lo spunto per una raffinata esercitazione sul rapporto tra teatro e video, in cui non mancano punte di virtuosismo tecnologico, con effetti di sorprendente complessità. Il palcoscenico è continuamente attraversato dalle vitalistiche e ironiche presenze degli interpreti, e sfondato verso una palpabile quarta dimensione spaziotemporale dalle «finestre» di venticinque monitor.
Nellepoca della riproducibilità tecnica del reale, La camera astratta porta in scena e verifica nella pratica proprio questa possibilità di duplicazione con i suoi paradossali effetti di pseudoverità. I monitor trasmettono infatti grazie al coordinamento di un apposito computer collegato a videoregistratori e videocamere sia le immagini riprese in tempo reale nel retropalco che quelle collezionate in precedenza in esterni, raddoppiando la scena teatrale in un evidente «effetto diretta». Ma la proiettano contemporaneamente nellimmaginario mantenendo lastratta segmentazione imposta dallinquadratura alla realtà. Lincontro tra video e teatro fa infatti contemporaneamente slittare leffetto delluno e dellaltro: i monitor, accostati in segmenti e colonne, ricompongono limmagine frammentata dellinquadratura e rimandano oltre il limite del visibile; nello stesso istante, con la possibilità di muoversi e attraversare lo spazio, di mostrare immagini diverse (il volto di un attore, oggetti naturali come sassi, acqua, vapore, legna) i video acquisiscono insieme lo spessore di veri e propri personaggi, mentre la dimensione teatrale della compagnia di Giorgio Barberio Corsetti trova nuove prospettive: il corpo (sul cui libero gioco è basata la poetica del gruppo) perde la sua integrità, sezionato e scomposto dal video. Allo stesso modo, contagiato dal mezzo, il corpo finisce per venire risucchiato nella materia impalpabile e alonata di cui sono fatti i suoi simulacri elettronici.
Per ora la nuova dimensione proiettata dal video nella scena teatrale o meglio fuori dalla scena teatrale, oltre la «quinta parete» del reale resta soprattutto la base per costruire un inedito linguaggio, che amplia le possibilità dei due mezzi.
Per quanto riguarda La camera astratta, il tema dellincomunicabilità, e quello della indefinibilità e indecibilità del reale e dellimmaginario, cari a Giorgio Barberio Corsetti, misurandosi con il video, trovano soprattutto una nuova formulazione: ma dai primi passi di questa interessante e godibile sperimentazione si intravvede la possibilità di un successivo approfondimento tematico e poetico.
Oliviero_Ponte_di_Pino
2003-10-20T00:00:00
Tag: Giorgio Barberio Corsetti (14), Paolo Rosa (14), Studio Azzurro (14)
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