Crescono i consumi culturali degli italiani
I dati Istat e lindagine Astra Demoskopea
Negli ultimi dieci, i consumi culturali degli italiani sono in crescita. Il dato si ricava sia dai dati Istat sia dalla ricerca Astra Demoskopea «Seven to Seven», sui comportamenti degli italiani dalle 7 alle 19.
Dal 1994 al 2000, secondo lIstat sono aumentati gli italiani che vanno al cinema (da 62,4 al 69,5%) e a teatro (dal 17,8 a 21,4%), che leggono libri (dal 47,5 al 48,3%). In compenso, guardano un po meno la televisione (dal 96,7 al 93,9%). Conferma il sociologo Enrico Finzi (Astra Demoskopea): «Il concetto di tempo libero è mutato, si supera l’individualismo superficiale, la tv non è più al primo posto, è stata finalmente spodestata dagli interessi culturali».
Conferma Linda Laura Sabbadini (Istat): «Negli ultimi anni è cresciuta la passione per la cultura da parte di giovani e adulti, soprattutto la fascia dei ragazzi e delle persone colte fruisce maggiormente di un ampio spettro di attività che va dalla lettura agli spettacoli sia in casa che fuori».
Così, per usare una delle categorie in cui lIstat ha sezionato la popolazione italiana, raggiungono addirittura il 25% gli «impegnati poliedrici», laici, benestanti, adulti-colti, urbano metropolitani, curiosi e instancabili. Sono loro che leggono giornali (57%), libri (54%), non limitano i loro interessi alla sfera del lavoro (25%), partecipano a dibattiti e conferenze (25%), scrivono (23%). E naturalmente quando escono vanno al cinema (44%), a bere un drink (41%), seguono concerti (31%), visitano musei (28%) o vanno a teatro (26%).
Secondo Finzi stiamo assistendo a «un drastico ridimensionamento del disimpegno e a un inedito bisgono di profondità, una sorta di rigetto del consumismo oggi frenato dalla sensazione di incertezza».
Redazione_ateatro
2003-08-26T00:00:00
Tag: cultura (2)
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