La narrazione e la voce
L'editoriale di ateatro 56
Il teatro di narrazione è certamente uno dei filoni di lavoro più interessanti e seguiti di questi anni. Ci sono stati naturalmente i caposcuola.
Nel suo Kohlhaas Marco Baliani ha gettato con rigore scientifico le basi teoriche e pratiche del genere, mettendo a punto i meccanismi d’attenzione che legato attore e pubblico. Poi ha provveduto ad allargare il campo: il suo Corpo di Stato, rivisitazione in soggettiva generazionale dell’omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, trasmesso a suo tempo da Raidue, è stato di recente pubblicato dalla Rizzoli.
In parallelo Marco Paolini ha esplorato il ruolo, il punto di vista e l’autorevolezza del narratore, prima con i risvolti autobiografici degli Album e poi con il suo «teatro civile» di fronte alla grande platea televisiva del Vajont. In questi anni ha continuato a produrre spettacoli e video senza cedere alla tentazione televisiva ma proseguendo in un lavoro che è insieme di ricerca drammaturgica e di impegno politico (su questo, vedi anche il testo di Isabella Scaramuzzi su Gente di plastica in ateatro 39).
Sulla loro scia, si sono mossi autori-attori come Laura Curino (anche lei, come Marco Paolini, con il supporto registico-drammaturgico di Gabriele Vacis), il bravissimo Ascanio Celestini, Davide Enia… Ora, come sempre accade, il rischio è che il genere possa diventare un cliché, con le sue regole non scritte, i suoi luoghi comuni e le sue scorciatoie. Restano poi sempre problematici, al di là degli artifici retorici, il rapporto con la memoria (che rischia spesso di tingersi di nostalgia, con venature consolatorie) e quello dell’autorevolezza del narratore (che non deve essere data per scontata). In una parola, resta sempre in discussione il valore politico (tanto per cambiare) di questa forma di comunicazione.
Negli scorsi numeri di ateatro avevamo già dedicato ampio spazio alla narrazione come genere teatrale e ai suoi esponenti (provate a digitare nei motori di ricerca interni al sito «narrazione» oppure «Paolini» o «Baliani»…). Ma a questo punto ci sembra utile approfondire e ampliare la riflessione, con uno speciale dedicato non solo alla narrazione ma anche a un problema a esso strettamente connesso, quello dell’uso della voce sulla scena. Ecco così in ateatro 56 un’intervista ad Ascanio Celestini (un narratore puro) e la feconda riflessione sulla voce di un attore-autore (e per di più colto) come Nevio Gàmbula (accompagnato da un saggio su Hamletmaschine che prende spunto dalla interpretazione del testo di Heiner Müller).
Una nuova frontiera è quella della narrazione elettronica: ci sta lavorando Giacomo Verde con Storie mandaliche 2.0, in residenza a Castiglioncello dal 18 al 30 agosto. Le prove di questo lavoro gli hanno anche ispirato una serie di riflessioni sul ruolo del narratore (e sul suo rapporto con l’attore) di notevole interesse (e forza polemica).
Un approfondimento merita anche il lavoro di Michele Sambin che a Volterrateatro ha presentato il suo assolo visual-musicale sul Ruzante e che tra qualche settimana a Milano sarà al centro di una retrospettiva che “Invideo” dedica alla sua attività di videomaker.
Ma ateatro 56 è anche altro. Tanto per cominciare, se ci fate caso, questo numero dedicato a «voce & narrazione» è pieno di belle immagini. Infatti ci trovate il diario di Anna Maria Monteverdi (testo) ed Enrico Amici (foto) , per due giorni con il Living Theatre, le riflessioni di Oliviero Ponte di Pino sul saggio di Gabriella Giannachi e Nick Kaye Staging the Post-Avant-Garde. Italian Experimental Performance after 1970 e sulla mostra di Ferrara su Shakespeare e la pittura. E naturalmente recensioni degli spettacoli dai festival…
Nelle news, segnaliamo la lettera che Claudio Meldolesi e Oliviero Ponte di Pino hanno inviato al “manifesto”, e che il «quotidiano comunista» – malgrado una serie di rassicurazioni agli autori della missiva – non ha ritenuto finora opportuno pubblicare. Se volete capire le motivazioni e il contesto della polemica, trovate nel forum «Nuovo Teatro Vecchie Istituzioni» l’attacco di Gianni Manzella al Festival e alla sua direzione e la successiva lettera pubblicata dal giornale che hanno dato avvio alla polemica. Ovviamente siete invitati a dire la vostra…
Redazione_”ateatro”
2003-08-14T00:00:00
Tag: narrazioneteatrodi (38), voce (8)
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