Telestreet toscane: inzia la corsa
con un approfondimento su Minimal tv
Il 3 luglio scorso a Tassignano nella campagna lucchese, si è riunito un primo gruppo di telestreet toscane. L’appuntamento era presso il circolo Il mattaccio, antico casale ristrutturato grazie all’impegno di tutti gli abitanti del paese, ristorante e luogo di ritrovo dove si mangia e si beve “equo e solidale” e dove tutte le sere vengono organizzati spettacoli (un Festival del teatro dialettale), incontri, concerti o proiezioni nella corte. L’organizzazione era del gruppo Lu_cia, immagini appese, gruppo di comunicazione e informazione alternativa di Lucca legata a Giacomo Verde.
Chi “frequenta” la lista Telestreet o il sito collegato (www.telestreet.it) nati sotto l’egida della prima telestreet italiana, Orfeo Tv di Bologna, sa dell’attuale fermento e moltiplicarsi di tv di quartiere; così alcuni rappresentanti di Tv di strada della Toscana hanno deciso di riunirsi per confrontare le reciproche esperienze.
Numerosa la rappresentanza di Livorno. Il nome della Tv neocostituita è il risultato di un sondaggio lanciato via Internet: si chiamerà Tilt Tv. Il progetto nelle loro intenzioni è di fare una TV di movimento “che racconti quello che i mezzi di comunicazione ufficiale nascondono o deformano.”
E’ Francesca, pubblicista di un noto quotidiano toscano laureata in Scienze politiche e specializzanda in Linguaggio politico all’Università di Pisa a raccontarci la sua storia: “Siamo andati all’inaugurazione di Teletovaglie di Giacomo Roberto a Pisa. E’ venuta fuori poi l’idea di mettere in piedi una telestreet da alcune personalità che gravitano intorno al C.S.O. Godzilla di Livorno. Poi la cosa si è estesa ai Cobas; Giacomo Romboli è il referente territoriale dei Cobas, lui si è entusiasmato all’idea della Tv di quartiere, ha coinvolto altri membri che si sono prestati per fare un po’ di pubblicità, promozione e raccolta fondi all’interno delle fabbriche. Gli operai ci hanno dato i soldi, abbiamo fatto cene di autofinanziamento e in meno di due settimane abbiamo raccolto 1.400 euro, quello che ci serviva per comprare l’attrezzatura, fondamentalmente l’antenna. La sede è in centro, presso gli uffici dei Cobas. Tra i collaboratori per adesso ci sono giornalisti, cameramen di TV private, tecnici informatici, attivisti, videomaker”.
Alessandro, mediattivista formatosi ai corsi del Cineclub “Arsenale” di Pisa, ha fatto un video sul referendum per l’Articolo 18 che è andato in onda sulle tv locali, ci dice che “Vogliamo aprire le porte ai contributi.che ci può dare il cittadino. Deve sapere che c’è questo spazio, se hai qualcosa da dire e vuol dirlo. Abbiamo pensato di organizzare dei workshop per fare in modo di mettere la gente nelle condizioni di essere autonoma, di poter riprendere col video e fare il montaggio.”
Michele di Livorno ha fatto un video su Camp Darby a nome del Cso Godzilla che è stato proiettato nel corso della serata: “Riprendendo l’articolo del Corriere della Sera che definiva camp Derby il più grande arsenale americano all’estero, ho vouto raccontare a livello storico la funzione di Camp Derby dal dopoguerra ad oggi, fino all’epoca della guerra in Iraq e al movimento sviluppatosi contro la guerra che ha indirizzato molti pacifisti a manifestare contro quest’area”.
All’incontro erano presenti due dei rappresentanti di Anelli mancanti Tv di Firenze. La Tv ha sede in Via Palazzuolo 8, che corrisponde alla sede legale dell’associazione omonima che si occupa di servizi per gli immmigrati, assistenza legale e dove lavorano molti volontari. Federico, fotografo: “Sono di Bologna, ho visto nascere Orfeo Tv ed eravamo a Firenze per la Global Television; a Firenze ho iniziato a fare volontariato per l’associazione e da lì abbiamo pensato a come fare per valorizzare il lavoro degli immigrati, far conoscere il loro mondo”. Marco: “Ho collaborato alle attività culturali dell’associazione e tra queste la Tv. Ognuno porta il proprio contributo indipendentemente dalla sua specificità. Ci si arrangia. La redazione è aperta. Per l’attrezzatura abbiamo avuto un bel culo. Abbiamo avuto un amplificatore che ci ha regalato una Tv locale tra i nostri primi sostenitori. Come modulatore usiamo un videoregistratore. Alcuni ragazzi dell’associazione sono tecnici, montatori con mezzi e competenze proprie. La Tv è in centro storico, dietro la stazione di S.M.Novella e trasmette su UH F60 per 500 metri in una sola direzione. Per fare delle verifiche abbiamo fatto un test “psicologico”: suonavamo campanello per campanello e chiedevamo come ricevevano il segnale. Il quartiere è abitato da immigrati, non ha un consiglio di quartiere, loro stessi hanno piccoli esercizi commerciali” “Volevamo fare 48 ore di girato, andando in giro per ristoranti, il negozio di barbiere di un ragazzo nigeriano. Abbiamo realizzato il numero zero in febbraio e il 27 giugno lo abbiamo mandato in onda Non stop in piazza in occasione della grande festa con maxi schermo per l’inaugurazione della Tv. Abbiamo chiesto alla gente del quartiere di mettere le Tv sintonizzate sul nostro canale vicino alla finestra, la notizia è uscita anche su Indymedia news. E’ stata una grande festa, quella piazza dal Rinascimento in poi non la utilizzavano più perché c’era già il parcheggio!
Il numero zero prevedeva un palinsesto con programmi sportivi, culturali (alcune letture poetiche in lingua albanese o marocchina, sottotitolate in italiano), intervallo, cucina multietnica, usando le persone del quartiere come presentatori o lettori dei telegiornali.
Federico: “Io ero a Palermo a Termini Imerese nella postazione di Telefabbrica il 31 dicembre. L’inaugurazione di Anelli mancanti Tv è stata una grande festa, Avevamo pensato a un programma di calcio per il palinsesto; l’associazione aveva organizzato un campionato tra gli immigrati, Camerun-Marocco, Turchia-Senegal ecc, così andavamo in giro a chiedere alla gente di farci un pronostico o di commentare la partita che ovviamente non potevano aver visto. Abbiamo chiesto al ragazzo dell’autogrill e a Daniele Sepe che abbiamo incontrato casualmente. La prima trasmissione è stata sperimentale, ma crediamo che le immagini siano una scusa per andare più a fondo a livello sociale. L’idea di trasmettere in piazza, ti obbliga a scendere, a partecipare. E’ molto importante trasmettere e contemporaneamente avere un evento di piazza”.
Francesco Galluzzi e Giacomo Verde hanno parlato della “storica” Minimal Tv (la Tv più piccola del mondo) di Verde-Quinta parete e hanno mostrato un breve video: “Minimal TV nasce da esperienze di comunicazione artistica. E’ un set-TV che viene montato in occasione di mostre, festival o feste. Scopo del progetto è far “mettere mano” alla gente (“mano-mettere”) ai dispositivi video segnalando che la “TV e’ di-chi-la-fa” e che tutti i messaggi video sono comunque irreali“.
Caratteristico è l’uso della diretta Tv attraverso due video-box lasciati in mano agli spettatori.
Dal sito www.hackerart.org di Tommaso Tozzi ripercorriamo la storia della Minimal Tv
LA TELEVISIONE NON ESISTE
Questo è uno degli slogan della Minimal TV. Nella Minimal TV tutto viene messo in gioco, tutto può diventare televisione, noi partiamo dallatelevisione al punto zero, dal livello minimo; è la televisione più piccola del mondo, nel senso che esiste perchè tutto ciò che accade viene trasmesso su quattro o cinque monitor posizionati in strada, nei bar o in altri punti strategici. La Minimal TV è nata all’interno di festival teatrali e sagre di paese con lo scopo primario di far fare la televisione, di far giocare a fare la televisione al pubblico, ai passanti, a tutti quelli che si trovano a passare dallo studio della Minimal TV che è sempre posizionato in un luogo accessibile. Caratteristica della Minimal TV è l’uso di tecnologie povere, un altro slogan della Minimal TV è: fatevi la televisione che volete.
Quello che poi viene detto o fatto durante le trasmissioni è relativamente importante, più importante è che le persone si rendano conto di come si può fare televisione e partecipino mettendo in campo la propria immagine e la propria esperienza. Funziona così: c’e uno studio televisivo, che di volta in volta cambia scenografia, con un unico conduttore Sasà Nothing raggiungibile anche via telefono; c’è una postazione esterna, il Video-Box, con un televisore ed una videocamera collegati allo studio, nel quale vediamo le immagini su di un monitor di controllo. Gli spettatori con la “guida” di Rorò possono dialogare con Sasà, entrare in trasmissione e lo possono fare anche fisicamente, aprendo la porta della regia. Un’altro punto esterno è il Net-Box che consiste in un computer collegato ad Internet al sito ufficiale della Minimal TV dove vengono inseriti messaggi ed immagini (volti dei partecipanti) relativi ad un argomento specifico; inoltre attraverso lo strumento della videoconferenza il pubblico può “confrontarsi” con gli altri cittadini della Rete. Tutto ciò che accade nel Net-Box viene mandato alla regia che lo inserisce poi nella programmazione delle trasmissioni. Durante il giorno registriamo dei servizi montati in macchina, servizi tra il reale ed il fantastico sulla situazione del paese o sugli argomenti relativi al festival o alla sagra che ci ospita. Alcune selezioni delle registrazioni vengono poi mandate in onda la sera (solitamente la Minimal TV inizia alle 18/19) durante le trasmissioni insieme ai “numeri” e alle gag di Sasà e Rorò che giocano a realizzare generi televisivi. Anche se si ride o ci si diverte molto, evitiamo di imitare la Televisione con le sue gag e i suoi atteggiamenti cabarettistici. Uno dei nostri obiettivi non è fare una parodia della televisione bensì fare televisione, il nostro compito è più quello di essere dei “registi”, non è una simulazione della televisione ma una trasmissione che vive di vita propria. La Minimal TV rompe tutti gli schemi tipici del linguaggio televisivo, ad esempio gli spot pubblicitari (che noi definiamo rumeni) vanno contro ogni legge della pubblicità; così come i ritmi televisivi che usiamo non tengono conto dei tempi televisivi che siamo abituati a fruire. LA TELEVISIONE E’ DI CHI LA FA e quindi ha la struttura di chi la gestisce.
Ad esempio anche il palinsesto, che facciamo circa mezzora prima di andare in onda, non viene mai rispettato perché la partecipazione attiva della gente sconvolge completamente la programmazione. La televisione è di chi la fa, quindi la televisione non ha un autore, quindi la televisione non esiste… LA TELEVISIONE NON ESISTE … SONO SOLO FIGURINE
Gli slogan vengono mandati in sovraimpressione insieme ai disegni e gli interventi fatti con computer grafica in tempo reale sopra le facce di chi interviene o sulle interviste.
Inoltre durante le trasmissioni passiamo con disinvoltura da immagini di videoarte all’intervista col vigile urbano oppure al macellaio o al sindaco e poi gli spariamo un video di Bucalossi con un cervello spappolato preso a martellate. C’è una convivenza tra arte sperimentale e di ricerca e la bassa televisione.
Il risultato finale è un mix casuale ed irripetibile, perché in ogni serata si innescano procedimenti anomali tra le diverse componenti, causando un effetto imprevedibile anche a noi stessi “autori”. Un aspetto di casualità si manifesta anche nella mobilità dello staff,
vale a dire, c’é una specie di “accodamento” allo staff iniziale. In pratica si possono inserire nello staff classico altre figure come ad esempio l’editorialista (che potrebbe essere il macellaio del paese),l’aiuto regista, eccetera. Personaggi anche con nuovi ruoli che caratterizzano l’aspetto mutevole della Minimal TV. La cosa importante è far toccare con mano alle persone che la televisione non esiste. Oggi comunemente diamo alla televisione un valore di realtà, di esistenza, di documentazione del reale mentre di fronte ad un obbiettivo il nostro tipo di comunicazione è alterato, molto simile ad una situazione teatrale, recitiamo.
Un’extracomunicazione dove mettiamo in scena un personaggio, un personaggio televisivo. La Minimal TV offre la possibilità di confrontarsi con l’immaterialità dell’immagine elettronica, senza stare a fare gli accademici o teoria della comunicazione. Questo è un gioco, un gioco molto serio che sviluppa consapevolezza nella visione della TV ufficiale. Siamo purtroppo abituati ad uno stile televisivo molto filoamericano perche’ nessuno ci ha mai mostrato un altro stile, un altro approccio tra le “figurine” e l’obbiettivo, per cui la TV potrebbe essere benissimo totalmente diversa.
La Minimal TV è una sorta di macchina aperta che la comunità ospitante può usare a suo piacimento ed ogni volta è stata usata in modo diverso. La Minimal TV come operazione artistica? Ma se la televisione non esiste, l’arte esiste? (risate e sguardi perplessi)
Il primo esperimento di Minimal Tv fu in un appartamento nel quale da una stanza Sasà Nothing trasmetteva in un televisore situato nella stanza adiacente e tutti pensavano che si trattava di una televisione privata. Gli ospiti della serata potevano colloquiare con il presentatore attraverso il telefono di casa. Il progetto fu poi accettato e finanziato dalla Giallo Mare Minimal Teatro di Empoli.
Staff
Federico Bucalossi (camera e mixer art computer)
Vanni Cilluffo / Sasa’ Nothing (conduttore)
Francesco Galluzzi / Rorò (inviato speciale e video-box)
Claudio Parrini (Internet-box manager)
Giacomo Verde (camera e televizion guru).
Esigenze Tecniche
– almeno 3 televisori con supporti da mettere in strada;
– almeno 2 videocamere;
– 1 videoregistratore;
– 1 mixer audio/video;
– una stanza per lo studio-regia facilmente raggiungibile dagli
spettatori;
– linea telefonica nello studio per farsi chiamare dagli spettatori;
– 1 computer a/v per la grafica;
– 1 PC per il collegamento Internet;
– 1 o 2 assistenti tecnici;
Home page della Minimal TV è http://www.leonet.it/art/giallomare/minimal.html
Gli intervistati
Claudio Parrini (Vinci – Fi) Membro di StranoNetwork, dopo una ricerca in ambito pittorico, il suo lavoro verte oggi sul ruolo dell’artista in relazione ai nuovi mezzi di comunicazione. E-mail: c.parrini@leonet.it
Federico Bucalossi (Empoli – FI) Membro di StranoNetwork e Yellowcake, proviene da esperienze diverse che vanno dal video alla musica alla computergrafica attualmente si occupa di nuove tecnologie e discipline della comunicazione collaborando con vari gruppi.
Giacomo Verde (Lucca) Artista ipermediale con esperienze di teatro di ricerca e videoarte. Si occupa delle possibilita’ creative offerte dallo scarto tra realta’ e comunicazione elettronica con particolare attenzione all’uso di tecnologia povera.
Anna_Maria_Monteverdi
Tag: Giacomo Verde (19), telestreet (6)
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