Un ambiente sensibile e perturbante
Laura Gemini, Lincertezza creativa. I percorsi sociali e comunicativi delle performance artistiche, Franco Angeli editore, Milano 2003.
Lincontro tra le nuove tecnologie della comunicazione e la ricerca artistica, sia generata dallarea delle arti visive e sia da quella del teatro, ha prodotto un impatto straordinario non solo sulla trasformazione dei media e delle arti in questione, ma anche sugli scenari presenti e futuri delle interazioni sociali. Il laboratorio dellarte e il laboratorio delle nuove tecnologie si connettono e si determinano reciprocamente, sperimentando nuove forme di espressione e di comunicazione. E questo un fenomeno che dovrebbe essere di primaria attenzione in un mondo sempre più permeato e ridefinito dallinnovazione tecnologica, ma paradossalmente della tecnologia (letteralmente: logos, quindi pensiero e linguaggio, della tecnica) si continua a privilegiare laspetto operativo della tecnica rispetto ai modelli di pensiero e ai mutamenti linguistici che esso contiene e induce. Il risultato, a livello di una socialità più diffusa, è una costante estensione del dispositivo tecnologico di comunicazione, per prevalenti ragioni di mercato, inversamente proporzionale allo sviluppo di una creatività di pensiero e di espressione. Ciò che contrasta questa crescente forbice tra le potenzialità tecniche di comunicazione e la creatività collettiva, è proprio la sperimentazione artistica (soprattutto se accompagnata da una riflessione etica e filosofica), che da sempre ha la virtù “magica” di trasformare la tecnica in linguaggio e la capacità di unire la produzione di senso al divertimento.
Laura Gemini, ricercatrice e docente alla Facoltà di Sociologia dellUniversità di Urbino, ha lavorato proprio su questi temi, realizzando un libro molto utile, che ripercorre con un taglio sociologico innovativo lo sviluppo dellidea e delle pratiche performative dalle origini rituali del teatro fino alle performance interattive e al tecnoteatro contemporanei. Più precisamente, la Gemini unisce in modo puntuale e originale le teorie recenti dei sistemi sociali, gli studi di biologia cognitiva, lanalisi dei media con lapproccio estetico al divenire della ricerca artistica dalle avanguardie storiche alle arti performative multimediali. Un percorso che coinvolge inevitabilmente una riflessione sui modelli cognitivi e comportamentali, oggetto di studio antropologico e scientifico, e fa emergere tutta la complessità dellarte del Novecento, che rompe gli argini dei generi e delle classificazioni. Forse proprio per sottolineare questa peculiarità sperimentale, lautrice sceglie un titolo molto azzeccato (che cita Baudrillard): “lincertezza creativa”. Unincertezza come segno non di debolezza o di confusione ma al contrario come capacità di interpretare e rivelare le contraddizioni del sociale e di rielaborarle creativamente. Incertezza come segno di apertura: diacronica, perché le arti performative mettono laccento sul processo generativo dellopera più che sullopera stessa, in una consapevolezza dellincompiuto che vale come necessità e garanzia di continuità; sincronica, perché le arti performative sono arti della relazione “hic et nunc” tra linguaggi differenti e tra performer e pubblico. Qui sembra trovarsi il nucleo centrale dellinterrogazione della Gemini: larte performativa che incontra i mass media e i new media tecnologici, quali modelli innovativi di comunicazione ed espressione genera? In che modo la performance divenuta tecnologica mette in discussione la tradizionale relazione di compresenza tra evento performativo e ricezione, individuale e collettiva? Come mutano, infine, in questa prospettiva di ridefinizione tecnologica dei linguaggi, i modelli comunicativi e creativi di interazione sociale? Sono domande centrali e molto impegnative a cui ovviamente lautrice non pretende di rispondere con argomenti definitivi, ma accompagnandoci passo dopo passo attraverso le principali tappe evolutive delle performance artistiche, soprattutto teatrali.
La tesi che viene verificata sul campo è quella dellesistenza di un “rapporto circolare fra la capacità perturbativa e irritativa dei media rispetto allarte e dellarte rispetto ai media”. Alla fine di questo percorso, il lettore attento riesce a focalizzare alcuni principi particolarmente importanti e fecondi di sviluppi possibili, tra cui uno mi pare particolarmente rilevante: le pratiche performative tecnoteatrali o tecnoartistiche più evolute dimostrano che non cè contraddizione tra tradizione (ad es. la cultura orale, la narrazione mitologica, la simbologia archetipica) e innovazione (la multimedialità, lipertestualità, linterattività, la telepresenza). Tramite un progressivo coinvolgimento partecipativo della ricezione, che recupera lesperienza plurisensoriale allinterno stesso del processo generativo della performance, larte prefigura la creazione di un “ambiente sensibile” universale dove la molteplicità dei modelli creativi della comunicazione interagiscano liberamente senza rimozione del corpo naturale e senza timore dellinterfaccia tecnologico. Che poi questo modello possa essere utopico e venga schiacciato o meno da quello puramente mercantile è purtroppo unaltra storia e unaltra sfida.
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Laura Gemini, Lincertezza creativa. I percorsi sociali e comunicativi delle performance artistiche, Franco Angeli editore, Milano 2003, 192 pagine, euro 15,00.
Andrea_Balzola
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