Gaude Succurrere Vitae

Jan Fabre in mostra a Bergamo

Pubblicato il 10/04/2003 / di / ateatro n. 051

Nelle sale della GAMeC, dal 17 aprile al 13 luglio, 200 disegni e 10 tra film e video-installazioni documenteranno venticinque anni di attività creativa. La mostra è realizzata dal museo S.M.A.K. di Gand (Belgio) insieme alla GAMeC di Bergamo, al Musée d’Art Contemporain di Lione e alla Fundació Joan Miró di Barcellona.

Dal 17 aprile al 13 luglio
, alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo si terrà la mostra GAUDE SUCCURRERE VITAE. Film e disegni 1977 – 2001 dedicata all’artista fiammingo Jan Fabre. Saranno presentati 200 opere e 10 tra film e video-installazioni che coprono venticinque anni della sua attività.
La mostra è realizzata dal museo S.M.A.K di Gand (Belgio) insieme alla GAMeC di Bergamo, al Musée d’Art Contemporain di Lione e alla Fundació Joan Miró di Barcellona. La cura è affidata ad un comitato scientifico composto dai quattro direttori delle istituzioni sopra citate: Jan Hoet, Giacinto Di Pietrantonio, Thierry Raspail e Rosa-Maria Malet. L’allestimento è curato direttamente dall’artista.
Jan Fabre (Anversa, 1958) è uno dei più importanti artisti contemporanei belgi. Disegnatore, scultore, scenografo, drammaturgo ha presentato i propri lavori alle Biennali di Venezia, Istanbul e San Paolo, a Documenta di Kassel. Sue personali sono state allestite allo Stedelijk Museum di Amsterdam, allo Sprengel Museum di Hannover, alla Kunsthalle di Basilea, al MUHKA Museum di Anversa alla Schirn Kunsthalle di Francoforte.
Fabre è un artista che usa molteplici linguaggi filtrati dalla sua immaginazione, toccando i temi cari alla tradizione fiamminga: la follia, la malattia, la morte, la dolcezza del peccato, la rigenerazione, la forza spirituale. Temi che prendono corpo in disegni, sculture, scritti, film e pièces teatrali.
L’appuntamento di Bergamo è dedicato all’aspetto filmico e grafico dell’opera di Fabre. Una selezione delle pellicole, da lui realizzate a partire dalla fine degli anni ’70, si alternerà a disegni dell’artista provenienti da collezioni internazionali. I disegni sono il risultato più diretto della sua immaginazione. In rapporto ai piccoli disegni su carta, i suoi film possono essere visti come disegni più grandi, illuminati e in movimento. Ecco perché la relazione film – disegno è la caratteristica principale del percorso espositivo.
I primi film in bianco e nero, datati fine anni ’70, sono brevi e intensi e mostrano l’artista compiere azioni molto semplici come respirare, accendere un fiammifero, appoggiare una pistola alla tempia o coprirsi la testa con un sacchetto. Le produzioni successive mostrano molte similitudini con i suoi lavori teatrali quali Body, body on the wall con il ballerino Win Vandekeybus che danza con il corpo dipinto, o i suoi lavori d’arte come l’intervento su Palazzo Tivoli completamente ricoperto di disegni realizzati con una penna a sfera con inchiostro blu: una telecamera fissa riprende tutto il suo lavoro mentre le luci cambiano, le nuvole si muovono e il buio, alla fine, sopraggiunge.
Il suo interesse per il mondo degli insetti – suo nonno Jean-Henry era un famoso entomologo – lo porta ad utilizzare gli stessi come metafore del corpo e dell’esistenza umana, evidenti in opere quali L’incontro (De Ontmoeting), in cui si vede Fabre vestito da scarabeo e Ilya Kabakov (il padre del Concettualismo moscovita) da mosca, dialogare su una terrazza con il profilo di New York alle spalle.
In altri film si trova faccia a faccia con lo scrittore John Berger, il coreografo William Forsythe e i filosofi Peter Sloterdijk e Dietmar Camper.
Il mondo degli insetti, il corpo e la guerra sono le tre principali metafore individuabili in tutti i suoi lavori.
I disegni di Jan Fabre – fatti con sangue, lapis, inchiostro cinese, penna bic … – si sviluppano intorno all’idea di mutamento, trasformazione, metamorfosi e scambio tra elementi della percezione sensoriale e quelli spirituali e rimandano a temi presenti in molte espressioni artistiche nord europee. La sua è una versione contemporanea di uno spirito nordico che riporta a Bosch, Van Eyck, Bruegel e nella quale confluiscono filosofia, religione, scienza e arte.
Recentemente Jan Fabre ha decorato, con un intervento permanente, il soffitto della sala degli specchi del palazzo reale di Bruxelles con il guscio di almeno un milione di scarabei.
Dopo Bergamo, la mostra si trasferirà alla Fundació Joan Miró di Barcellona e, successivamente, al Musée d’Art Contemporain di Lione.

Bergamo, marzo 2003

JAN FABRE
GAUDE SUCCURRERE VITAE
Film e disegni 1977 – 2001
Bergamo, GAMeC
Via San Tomaso 53
17 aprile – 13 luglio 2003
Inaugurazione: 16 aprile 2003, h. 18.00
Orari: martedì – domenica 10.00 – 19.00
giovedì 10.00 – 22.00
Lunedì chiuso
Biglietti: € 3 intero; € 1,50 ridotto
Catalogo Edizioni S.M.A.K – GAMeC

Web: www.gamec.it
E-mail: info@gamec.it

Informazioni e prenotazioni visite guidate
Tel. 035 399 528

GAMeC_Bergamo_(Comunicato_stampa)




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