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Qualche libro di contorno

Pubblicato il 10/04/2003 / di / ateatro n. 051

Se per riempire i vostri giorni e le vostre notti ancora non vi basta quello che c’è scritto su ateatro51, vi consigliamo caldamente qualche lettura di contorno.

Per cominciare, una lettura obbligatoria per tutti:
George Steiner, Grammatiche della creazione, Garzanti, Milano, 2003, 320 pagine, 19,70 euro.
Una serrata indagine sul mistero della creatività, un’eloquente e drammatica diagnosi del nostro presente

Poi, di argomento più direttamente teatrale:

Roland Barthes, Sul teatro, Meltemi, Roma, 2002, 330 pagine, euro 20,00
A cura di Marco Consolini (e con una postfazione di Gianfraco Marrone), un’ampia raccolta di testi sul teatro di Roland Barthes, che proprio come redattore della rivista “Théâtre Populaire” lavorò a lungo. Mancano (giustamente) i testi già pubblicati nei saggi einaudiani, ma il volume è fondamentale per comprendere un percorso intellettuale di notevole fascino. A un certo punto, dopo essere stato tra i più attivi agit-prop brechtiani in Francia, Barthes smise di occuparsi di teatro, e anche di andarci. Come avrebbe scritto nel 1965,

Ho sempre amato molto il teatro, eppure non ci vado quasi più. E’ un voltafaccia che insospettisce anche me. Cos’è accaduto? Quando è accaduto? Sono cambiato io o è cambiato il teatro? Non lo amo più o lo amo troppo?

Domande che aprono un’altra serie di questioni: che cosa resta, nella riflessione di Barthes, della sua “passione teatrale”? Che nesso c’è, per esempio, tra la teoria brechtiana dello staniamento e la semiologia inaugurata da Barthes?

Menico Caroli, Proibitissimo, Garzanti, Milano, 2003, 300 pagine, euro 20,00
Prefazione di Aldo Grasso.
«Persino testi come l’Otello di Shakespeare subirono clamorose manipolazioni. Durante l’applauditissima edizione radiofonica del ’58, con Sanvo Randone e Vittorio Gassman nei ruoli di Iago e Otello, un funzionario si presentò in studio con una lista di sinonimi atti a moderare l’effetto troppo volgare dell’epiteto puttana, che Otello, travolto dalla gelosia, per ben quattordici volte rivolgeva alla povera Desdemona. Il funzionario propose: “Perché non la chiamiamo farfallona?”» (p. 100)

Mariangela Gualtieri, Fuoco centrale e altre poesie per il teatro, Einaudi, Torino, 2003, 140 pagine, euro 13,50.
I testi degli ultimi lavori del Teatro della Valdoca sono suoi.

«Grande poetare immesso in un vasto orizzonte.» (Franco Loi, «Il Sole-24 Ore», 13 aprile 2003)

César Brie e il Teatro de los Andes, a cura di Fernando Marchioni, con scritti di César Brie e Fernando Marchiori e di Giuliano Scabia, Iben Nagel Rasmussen, Roberto Perinelli, Germán Araúz Crespo, Antonio Attisani
Beh, se conoscete César lo comprate, questo libro. Se non lo conoscete, il suo percorso parte con la Comuna Baires in Argentina e arriva in Italia per sfuggire alla giunta dei generali, attraversa l’esperienza dei centri sociali milanesi con il Collettivo Teatrale Tupac Amaru, poi passa con l’Odin in Danimarca, dove fonda Farfa con Iben Nagel Rasmussen e ora è approdato in Bolivia, dove all’inizio degli anni Novanta ha fondato il Teatro de los Andes realizzando spettacoli che passano spesso per l’Europa e l’Italia… Insomma, anch e se non conoscete César e il suo lavoro, compratelo…

Guido Massino, Fuoco inestinguibile. Franz Kafka, Jizchak Löwy e il teatro yiddish polacco, Bulzoni, Roma, 160 pagine + 20 tavole fuori testo, euro 15,94
Per Kafka gli spettacoli della compagnia yiddish diretta da Jizchak Löwy, dove recitava Mania Tschissik, furono un’autentica rivelazione, per varie ragioni. Ebbero un notevole impatto sul suo rapporto con l’ebraismo, gli diedero l’idea di un modo di vita diverso, sedimentarono una serie di gesti e pose. Quella con Löwy fu un’amicizia importante, che tra l’altro complicò i rapporti con suo padre. Guido Massino ha raccolto le scarse notizie che possiamo avere sull’attore e sui suoi compagni d’avventura. Del rapporto tra Kafka e il teatro (e Löwy) se ne parla anche in olivieropdp.

Fulvio Panzeri, Vita di Testori, Longanesi, Milano, 248 pagine, euro 16.
Di Giovanni Testori in questo ateatro51 se ne parla a lungo. Ma se volete uno sguardo più sistematico (e meno eterodosso) sullo scrittore (nonché critico, pittore, editorialista…) e sulla sua opera, Fulvio vi accontenta. Utilissime le numerose citazioni testoriane (a volte inedite) incastonate nel saggio.

Franca Valeri, Tragedie da ridere. Dalla signorina snob alla vedova Socrate, a cura di Patrizia Zappa Mulas, La Tartaruga, Milano, 2003, 352 pagine, euro 16,80.
Franca Valeri è un genio. Ha debuttato interpretando un testo di Testori, quando ancora si chiamava Franca Norsa. Ha rivoluzionato la radio con la sua signorina snob. Ha inventato il cabaret in Italia con i Gobbi, ancora negli anni Sessanta. E l’ha fatto come donna, in un’epoca in cui le donne non potevano far ridere. E soprattutto non potevano far ridere in maniera intelligente. Insomma, era avanti e lo è rimasta.

Ah, dimenticavamo: è uscito il nuovo disco dei La Crus, Ogni cosa che vedo… Joe & Cesare sono grandissimi!!!

Redazione_ateatro




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