Le recensioni di “ateatro”: Gente di plastica

ideazione e regia di Pippo Delbono

Pubblicato il 10/03/2003 / di / ateatro n. 050

Pubblicato su “Diario”, scritto in occasione del debuto dello spettacolo il 22 gennaio 2002.
Ma vedi anche 4 punti per 4:48. Intorno a tre spettacoli ispirati a 4:48 Psychosis di Sarah Kane.

Nei suoi precedenti spettacoli, Pippo Delbono ha cantato la marginalità e la differenza per ritrovare l’ultima possibile vena di autenticità e di poesia. Il nuovo Gente di plastica si misura invece con gli “uguali”, la gente qualunque, le persone normali, con Pippo Delbono nelle vesti di regista-dj che continua a trasmettere Elvis, Zappa e I Will Survive. La prima parte è una sorta di musical demenziale: al sogno di felicità della famiglia felice anni ’60 succede la sagra trasgressiva a base di sex drug e rock & roll degli anni ’70, all’orgia di spot anni ’80 segue l’elogio del lusso degli anni ’90. Non mancano il sogno sessuale da telenovela della casalinga frustrata e una esilarante sfilata di intimo sadomaso con Pepe Robledo che surclassa Donatella Versace… La parodia fa esplodere, con estremismo ingenuo, l’orrore della normalità, l’impossibilità di aderire alla realtà, o al suo spettacolo.
Ecco dunque che la prospettiva si ribalta: se l’assurdità e l’orrore del mondo sono insopportabili, se la giustizia tra gli uomini non si può ottenere, l’unica possibilità è il suicidio. Il punto di riferimento è Sarah Kane, per la precisione 4:48, l’ultimo monologo della scrittrice inglese che è insieme testamento e profezia del suicidio. Per lei l’angoscia si era fatta insopportabile: se le possibilità d’azione sulla realtà si sono annullate, o svuotate di senso, se il male del mondo esplode con tutta la sua atroce evidenza, la colpa personale diventa irredimibile. La sofferenza personale e le tragedie collettive imposte dalla storia si amplificano a vicenda e lacerano l’anima. La logica è ferrea: se il mondo si divide in vittime e carnefici, assassini e vittime, stupratori e stuprati, l’unica paradossale salvezza potrebbe forse nascere dalla paradossale coincidenza di vittima e carnefice.

Gente di plastica
Ideazione e regia di Pippo Delbono
Modena, Teatro delle Passioni

Oliviero_Ponte_di_Pino




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