Video Albertazzi
Il web-diary delle prove del Concerto per Roma
Giacomo Verde, “reduce” dal Teatro Argentina dove dal 13 al 15 ottobre creava i video fondali “live” per il recital di Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer e Uto Ughi Concerto per Roma con regia di Andrea Liberovici, ha lasciato ad “ateatro” il suo “web-diary” nato dall’esigenza di comunicare all’esterno in tempo reale, le impressioni, le tensioni, le difficoltà del più criticato teatro d’Italia. Dove si legge che il mito del “grande attore” esiste ancora, che regista è chi lo sa fare, che, infine, c’è chi crede che la tecnologia a teatro sia come un Gerovital o una “bella tovaglia” di un banchetto per pochi eletti (dove i convitati, sono, per esempio, l’Ordine dei medici che aveva pagato una replica dello spettacolo :-).
amm
:: Tuesday, October 08, 2002 ::
accidenti ho poco tempo … non riesco a raccontare tutto quello che vorrei perché sono ospite a casa di amici e non posso usare il computer per moto tempo 🙁 Comunque oggi il “maestro” Uto ha provato l’acustica del teatro e ci chiedeva quale dei suoi violini “suonava” meglio… per me erano quasi identici e lui era davvero bravissimo. Ha un’aria così svagata … 🙂 e ha battibeccato un paio di volte con l’assistente perché non concordava sulla durata dei pezzi che lei aveva cronometrato … Anche Albertazzi si lamenta della sua assistente perché non si ferma mai a vedere le prove. 🙂 Il videoproiettore è meno potente del previsto, in realtà il costoso telo da retroproiezione lascia passare meno immagine del previsto e i miei video-fondali-vengono un po’ spenti… nei prossimi giorni vedremo come risolvere … La Proclemer a un certo punto guarda lo schermo e dice: “Ma quella sembro io con gli occhi azzurri!” “Ma sei tu, guarda bene…”, le dico. In effetti era lei in una vecchia foto in bianco e nero dove la dominante azzurra del video le dava un leggero tono azzurrognolo agli occhi … “E’ vero, sono proprio io”, ha aggiunto sorpresa. Devo dire che sentire recitare questi “vecchi attori” è comunque piacevole … mi piace molto come Albertazzi recita il pezzo della poesia di Pasolini … Il “maestro di romanesco” si è avvicinato alla mia postazione e mi ha chiesto: “Ma come si chiama il lavoro che fai tu?” Non so ancora”, gli ho risposto, “devo ancora trovare il nome”.
domani spero di avere piu’ tempo per raccontare …
:: Wednesday, October 09, 2002 ::
Non c’è progetto!!
Quello che all’inizio sembrava un “simpatico lavoro da mestieranti della scena” adesso risulta noioso e debole.
Anche rispetto al mio lavoro di video fondali. Qui al Teatro Argentina di Roma mi sento ancora più “clandestino”…
Così come i “vecchi attori” si dividono le battute delle poesie sulla base di quello che “gli piace fare” e che gli viene quasi bene “alla prima” (per esempio hanno sostituito una poesia futurista perché “non gli veniva bene”, dopo averla provata appena tre volte – e poi ieri è stato deciso di tagliare tutta la parte finale del primo tempo – futuristi compresi – perché il pezzo di Uto Ughi suonato in quel momento era già abbastanza bello … “e cosa vuoi fare dopo? meglio chiudere!!!”)… insomma così come gli attori fanno il “montaggio” delle cose che “funzionano”, anche a me viene chiesto di realizzare “belle immagini” che si possano accostare alla musica o alla recitazione ma senza la guida di un vero progetto registico: è veramente deludente! Sembra di lavorare in un laboratorio di primo livello dei miei “Tele-racconti”, dove gli studenti si meravigliano delle “belle cose” che vengono fuori e gli sembra che basti così!! Anzi ancora peggio!! Perché chi veramente vede e si accontenta dei fondali in realtà è solo Liberovici (il “giovane” regista) mentre Uto Ughi, Albertazzi, Proclemer e Bonagura quasi non li guardano e anzi noto una certa diffidenza nei confronti del mio lavoro.
E a me non piace lavorare con chi ti guarda con sospetto. Loro forse hanno paura che gli rubo la scena. Ma in effetti in molti momenti anche io ho l’impressione di non essere necessario … proprio perché non c’è un vero progetto ma solo delle idee per cercare di dare una “veste moderna” alla solita zolfa. Inoltre è impossibile fare anche delle “critiche costruttive” perché la modalità “piramidale” del lavoro non mi permette di prendere la parola: scavalcherei il regggista!! E questo è vietatissssssimo!!! E poi c’è davvero poco tempo: bisogna essere produttivi, non c’è tempo per discutere e approfondire. Vabbuò peggio per loro! 😉
Oggi dovremmo provare l’Amleto di Albertazzi, dove ad un certo punto del famoso monologo “il Giorgio” sostituirà il “famoso teschio” con una video camera (sigh!!) in modo da autoriprendersi: la sola idea mi fa accapponare la pelle! Ancora una volta un uso “banale” delle macchine video, scambiato per genialata registica! Spero che si rendano conto della “bruttezza” della cosa o che ci siano dei problemi psico-tecnici che la rendano irrealizzabile.
Oggi mi son messo la maglietta dei C.S.I. con scritto “M’importa una sega”… bnon mi resta altro … purtroppo.
per ora e’ tutto
giac
:: Giacomo 12:43 PM [+] ::
:: Thursday, October 10, 2002 ::
E’ quasi l’una di notte
Nella giornata appena passata è stato “provato” il secondo tempo, ma ancora non si è visto il finale dello spettacolo.
Albertazzi usa la videocamera al posto del teschio nell’amletico monologo: il suo faccione viene mega-video-proiettato sul fondo della scena esaltando tutte le sue bellissime rughe. L’effetto è interessante anche se un po’ piatto e spudoratamente “teatrale”. Probabilmente avrà successo, a me pare terribbbbile. Siamo andati avanti nella scelta delle “belle immagini” dal catalogo effetti speciali G. Verde – stagione 1999/2000 – che qui nella provincia della videoarte, per tecno-registi principianti, fanno comunque effetto. 🙂 🙂 🙂
Si potranno ammirare meravigliosi gattoni su lucido trasparente, radiografie giganti, ripresa dello schermo video che trasmette Pasolini che intervista Ezra Pound, e per finire uno splendido Angelone seicentesco che suona il violino … un vero “simpatico” guazzabuglio denso di “poesia visiva” di primo livello 🙂 🙂 🙂
Mi dispiace molto per Pasolini ed Ezra: anche loro finiti in questo Helzapopping dedicato a Roma.
Per fortuna che i pezzi suonati dall’orchestra di Uto Ughi (anche se strafamosi) sono comunque molto belli da sentire. I testi teatrali in questo momento mi sembravano più interessanti nelle prove fatte a tavolino … spero di sbagliarmi.
Comunque se avevo dei dubbi sul fatto che questo “lavoro” avrebbe potuto aprirmi delle porte nel “teatro ufficiale” adesso sono certo: non se ne apriranno! e se verrà fuori qualche altra proposta sarà sicuramente per operazioni poco interessanti. Non mi va di utilizzare il video, e le tecnologie in generale, per dare l’immagine di “modernità” a situazioni che in realtà non hanno la minima intenzione, o possibilità, di evolvere da forme e da tecniche ormai “felicemente sclerotizzate”, e che in fondo possono già funzionare da sole – almeno quando sono ben fatte.
Ci sarebbe molto da riflettere su tutto questo…
Ma ora è tardi e preferisco andare a letto
‘notte
:: Giacomo 1:26 AM [+] ::
:: Friday, October 11, 2002 ::
Hanno tagliato i gatti!! 😉
Ieri alle 19 circa è stato fatto il primo tentativo di “filata”; il secondo tempo è risultato interminabile quindi sono stati richiesti dei tagli. I sacrificati sono:
Alcuni pezzi dell’Amleto-Albertazzi; 6 sonetti del Belli; tutti i poeti latini; una canzone della Fusco. E siccome il “maestro Uto” si è incazzato quando ha visto un gattone campeggiare sull’orchestra, mentre eseguiva Respighi, si è pensato (evviva!!) che era meglio rinunciare ai gatti. Devo ammettere che il pezzo video-gatto in questione lo avevo fatto veramente malissimo, era davvero brutto. Ma che dovevo fare? Non avevo potuto provare a vedere come “animare” i gatti su quella musica, e quando è arrivato il momento ho provato a fare qualcosa… ma non veniva fuori niente di buono, d’altronde non potevo chiedere all’orchestra di fermarsi e ricominciare in modo che potessi trovare delle soluzioni… così ho lasciato un grande gatto immobile sullo sfondo per tutto il tempo!!! 🙂 Un vero scandalo!! 🙂 🙂 🙂 🙂
E l’urlo che ha cacciato Albertazzi quando è andato a prendere la videocamera per autoriprendersi (nel bel mezzo del suo Amleto) e l’ha trovata spenta!!??? Batteria scarica. E questo perché è la sua vecchia videocamera con delle vecchie batterie che non durano nulla. Era scontato accadesse! Per fortuna è successo in prova.
Ma possibile che non ci fossero i soldi per noleggiare un’attrezzatura decente? ….
Intanto io rimango in questa barca, clandestino in incognito, a fare molto meno di quello che avrei potuto fare.
Ho chiesto ad un tecnico com’era la situazione “ai tempi di Martone”. “Bellissimo”, mi ha risposto, “si facevano feste dalla piccionaia ai magazzini, e poi una stagione di spettacoli bellissimi, gli abbonamenti a prezzi abbordabili anche per gli studenti, il teatro era sempre pieno, e le compagnie che venivano erano tutte belle compagnie” …
vabbuò, oggi alle 18 prova generale con teatro pieno di gente – ingresso gratuito gestito da una associazione culturale …
vedremo che succede.
per ora è tutto
giac
:: Giacomo 1:00 PM ::
:: Saturday, October 12, 2002 ::
Prima non ci sono riuscito!
in teatro stamani non c’era nessuno degli uffici e l’internet point era chiuso.
Tra meno di un’ora si va in scena. Ieri la generale è stata davvero “buffa”. Nel secondo tempo hanno saltato un brano musicale perché Uto era dietro le quinte e si era “distratto”, poi la Proclemer non aveva il testo di una poesia, poi Uto ha rifatto l’inizio del brano che ormai era dato per perso e quando si è accorto che non era quello giusto l’ha fatto finire e ha ricominciato quello previsto. Io ho dovuto improvvisare immagini per coprire gli errori. Che palle!!!
Nel pomeriggio mi ero arrabbiato con la Proclemer: diceva che c’erano troppe immagini, e che la distraevano:- “Io non riesco ad ascoltare la musica e contemporaneamente a seguire le immagini”, diceva. “Bene”, le ho risposto, “allora potremmo tornare al cinema muto, quando non c’era il sonoro a distrarre dalle immagini!!!” 🙂 🙂
Comunque il pubblico non pagante ha appalaudito e acclamato, anche se tutto sommato le prestazioni attoriali e musicali (e anche video) non erano certo al massimo.
Ma a cosa serve fare il teatro in questo modo? A chi serve fare teatro così??
E’ solo una celebrazione delle “personalità artistiche”, quasi un culto della persona che trovo davvero idiota.
E’ evidente che questo modo di fare arte mi è lontanissimo. E’ un vero peccato vedere tanto “buon mestiere” sprecato in questo modo. E poi è brutto vedere come sono gerarchizzati i rapporti umani dietro le quinte. I “big” salutano e parlano solo con i “big”, gli “operatori dello spettacolo” (macchinisti, musicisti, elettrricisti, fonici e video maker) solidarizzano tra di loro e fanno battute anche pesanti sui tic delle “persone famose e importanti”… sembrano davvero cose di altri tempi… come in effetti è il teatro che continuano a proporre…
ci sentiamo dopo la prima
giac
:: Giacomo 7:36 PM ::
Sunday, October 13, 2002 ::
Dopo la prima
Si è più rilassati. Lo spettacolo non è andato male. Il pubblico degli abbonati o invitati di “lusso” ha reagito applaudendo nei momenti previsti
non so come abbiano “valutato” le proiezioni video. Naturalmente gli amici mi hanno detto che erano la cosa più interessante dello spettacolo. Anche un giovane produttore teatrale pare ne sia rimasto colpito. Speriamo non si sia fatto male 😉
Prima di andare in scena ci sono stati i soliti “minuetti” di benvenuto reciproco tra i “protagonisti” della serata: Albertazzi baciabbraccia Uto che baciabbraccia Proclemer che baciabbraccia Bonagura che baciabbraccia Fusco che baciabbraccia Liberovici che baciabbraccia Proclemer che baciabbraccia
I “non protagonisti” invece si raccontavano barzellette sconce, qualcuno diceva “merda” e parlavano del più e del meno.
Durante le ultime prove tecniche abbiamo constatato che la vecchia videocamera di Albertazzi mandava in tilt il mega-videoproiettore da centinaia di milioni di lire e così ho dovuto attrezzare la mia videocamera in modo che potesse fare il monologo del teschio usando appunto la mia.
Durante il secondo tempo ho dovuto improvvisare due interi pezzi di video-fondali che non avevo potuto provare durante la generale perché avevano sbagliato la scaletta: nessuno ha protestato. Come pare che nessuno si sia accorto di nulla quando Uto allinizio del secondo tempo non ha attaccato a suonare alla battuta convenzionata con Giorgio. E pensare che quando si sono piazzati in scena, 30 secondi prima dellapertura del sipario, Uto chiede a Giorgio: “Scusa Giorgio quandè che devo cominciare a suonare?”. Risposta: “Quando dico Quel violino che ascoltavo da bambino”. “Ah, bene, grazie”.
Ma quando è arrivato il momento di suonare (erano passati non più di 4 minuti dallapertura del sipario) Uto non ha dato segni di vita, Giorgio ha ripetuto la battuta
nulla, allora si è avvicinato e guardandolo dritto e lha ridetta. Solo allora, come risvegliato improvvisamente, Uto si è riscosso e si è lanciato in un bellissimo assolo, meglio di quanto aveva fatto in prova: evidentemente doveva farsi perdonare
anche se non è tutto…
giac
:: Giacomo 12:26 PM ::
:: Monday, October 14, 2002 ::
E per finire …
Stamani sulla “Repubblica” c’è un articolo su Albertazzi Multimediale dove il “giovane regista” si prende tutti i meriti ed io non sono nemmeno citato: esattamente come mi aspettavo!
Mi consola solo il fatto che ieri sera, dopo lo spettacolo, sono saliti sul palco due “teatranti” per conoscermi e farmi i complimenti dicendo che il mio lavoro era l’unica cosa interessante della serata e che si capiva che non poteva essere “opera della regia”.
Ok! Adesso basta con l’Argentina 😉
alla prossima
giac
:: Giacomo 5:20 PM ::
Giacomo_Verde
Tag: AlbertazziGiorgio (5), Giacomo Verde (19), videoteatro (8)
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