L’editoriale
Trent'anni dopo
Il 44 è un numero importante. Ma lo sono anche il 68, l87 e il 94. E forse anche il 2002…
Per cominciare, ateatro 44 offre una riflessione sullo stato attuale del teatro italiano, anche in vista dell’incontro su Nuovo teatro e vecchie istituzioni previsto a Castiglioncello per il 23 e 24 novembre 2002, e prova a inserirla in una prospettiva storica.
ateatro 44 ripropone tre importanti documenti:
: : Ivrea 67, ovvero il manifesto del Convegno per un nuovo teatro, tenuto a Ivrea dal 9 al 12 giugno 1967; è una tappa fondamentale nell’evoluzione del teatro italiano e vale la pena di soffermarsi con attenzione anche sui nomi dei firmatari: Corrado Augias, Giuseppe Bartolucci, Marco Bellocchio, Carmelo Bene, Cathy Berberian, Sylvano Bussotti, Antonio Calenda e Virginio Gazzolo, Ettore Capriolo, Liliana Cavani, Leo De Berardinis, Massimo De Vita e Nuccio Ambrosino, Edoardo Fadini, Roberto Guicciardini, Roberto Lerici, Sergio Liberovici, Emanuele Luzzati, Franco Nonnis, Franco Quadri, Carlo Quartucci e il Teatrogruppo, Luca Ronconi, Giuliano Scabia, Aldo Trionfo.
: : : Ivrea 87, il documento preparato e letto ventanni dopo da Gianfranco Capitta, Gianni Manzella e Oliviero Ponte di Pino al secondo convegno di Ivrea, tenutosi tra il 25 e il 27 settembre 1987 sotto l’insegna Memorie e utopie; il progetto dell’iniziativa era firmato da quattro “veterani” di Ivrea 67, Giuseppe Bartolucci, Ettore Capriolo, Edoardo Fadini e Franco Quadri (mentre il coordinamento era affidato allo stesso Quadri a Piero Racanicchi e Alfredo Tradardi); ai tre relatori (che all’epoca scrivevano sul “manifesto”) era stata chiesta una diagnosi del sistema teatrale italiano, nelle sue varie articolazioni (grazie per la trascrizione a Federica Fracassi, Alessia De Petris e Elena Cerasetti);
: : : : Santarcangelo 94, ovvero il testo pubblicato nel 1994 (il primo della direzione di Leo De Berardinis) nel Quaderno di Santarcangelo e frutto dell’elaborazione di una serie di festival: Asti Teatro, Festival di Santarcangelo, Festival di Polverigi, Volterra Teatro e Toscana delle Culture; è uno schema di lavoro che è stato ripreso nella scorsa estate, con una diversa “nazionale dei festival” (grazie a Claudio x lo scanning).
Abbiamo pensato di presentare questi tre testi per più di una ragione. In primo luogo, fanno parte della storia recente del teatro italiano e ci sembra utile metterli a disposizione di studiosi e studenti; in particolare, contrassegnano alcune delle occasioni in cui il nuovo teatro ha cercato di rendersi consapevole della propria posizione allinterno del sistema teatrale, tra analisi e rivendicazioni, recriminazioni e utopie.
In secondo luogo, posti l’uno accanto all’altro, mostrano con feroce evidenza molti, troppi punti di stallo. Questa constatazione non deve spingere solo a rimarcare la rigidità del quadro e l’ottusità delle varie gerarchie (teatrali, politiche, giornalistiche…), ma soprattutto a cogliere le debolezze di chi questo scenario ha provato – invano – a cambiare.
Accanto a questi testi, La bella crisi, una riflessione su questi ultimi decenni di teatro, a firma di Oliviero Ponte di Pino, che verrà pubblicata nel volume in cui la Biennale fa il punto sull’ultimo quadriennio e si proietta verso il futuro.
Ovviamente ricondurre la discussione attualmente in corso all’interno del nuovo teatro a una serie di precedenti storici può essere una forzatura: il panorama culturale e politico esterno al teatro è in continua evoluzione, e anche allinterno del mondo teatrale le tendenze e le suddivisioni di un tempo hanno perso il loro senso. Non necessariamente chi si affaccia oggi sulle scene potrà riconoscersi in questi schemi. Ma come sempre il dibattito è aperto, sia nella rivista sia nei forum. Quella di Renzo Martinelli è una prima reazione, noi speriamo che ne arrivino anche altre.
Un secondo elemento di novità riguarda il sito. Stiamo progressivamente passando da una struttura statica a una dinamica (insomma, un database), che permetterà di consultare con maggiore facilità il ricco archivio di ateatro: sono ormai centinaia e centinaia tra saggi, interviste, recensioni, interventi, polemiche, documenti… All’inizio probabilmente avremo qualche problema tecnico (abbiate pazienza), ma cercheremo di migliorare…
Però se testate qua e là, e date pareri e suggerimenti, ve ne saremo grati.
Infine, tnm 44, più multimediale che mai, si muove su tre fronti: Anna Maria Monteverdi prepara larrivo a Roma di Peter Sellars (dal 7 novembre The Children of Herakles da Euripide) con una puntuale analisi della sua messinscena più studiata, The Merchant of Venice; Andrea Balzola ha esplorato a Napoli l’ultima opera di Studio Azzurro, la videoinstallazione Meditazioni Mediterraneo; Giacomo Verde racconta dall’interno la sua esperienza al Teatro di Roma e ci fa capire che succede quando Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer e Uto Ughi si multimedializzano.
Redazione_ateatro
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