Le recensioni di “ateatro”: Quel che sapeva Maisie

di Henry James, regia di Luca Ronconi

Pubblicato il 20/01/2002 / di / ateatro n. 050

Pubblicato su “Diario” in occasione del debutto dello spettacolo il 3 gennaio 2002.

Protagonista del romanzo Quel che sapeva Maisie (1897) è una bambina sballottata tra una padre e una madre divorziati, un patrigno e una matrigna destinati a formare una quarta coppia di genitori, e una sequela di governanti: un’anticipazione di Kramer contro Kramer nel démi-monde londinese di fine Ottocento, dove gli adulti commettono tutti i possibili crimini pedagogici perché usano la povera piccola per i loro miopi e meschini obiettivi. Henry James, in vita autore teatrale di scarso successo ma poi inesauribile fonte di adattamenti cinematografici, racconta la vicenda nella prospettiva della bimba, con la sua limitata visione degli eventi e un’ingenua comprensione del mondo: così nel dramma di un’infanzia sbagliata s’infiltra uno sguardo bambino che può mettere il perbenismo adulto in una luce comica.
Nell’adattamento di Luca Ronconi (che si avvale della traduzione di Ugo Tessitore) Maisie è una straordinaria Mariangela Melato, in scena per oltre quattro ore, in grado di lasciar emergere senza infantilismi il bimbo che ogni adulto continua a portare dentro di sé. La sua voce narrante fa slittare di continuo il racconto dalla prima alla terza persona, dal soggettivo all’oggettivo (è la formula del diario di Carrie nel serial Sex & the City). Più che il flusso di una coscienza in divenire, pare il tentativo di un’adulta di ricostruire gli eventi che hanno plasmato la sua personalità, rivivendo i primi affetti senza più rancori o rimpianti.
Ronconi ha già teatralizzato il Pasticciaccio e I fratelli Karamazov. A incuriosirlo in questo romanzo certo meno imponente è stata forse la possibilità di condurre un meticoloso esercizio di narratologia. All’inizio Maisie è un personaggio totalmente determinato dalle azioni e dalle scelte degli altri. Al tempo stesso, vista la centralità del suo sguardo, è anche il personaggio che dà vita al un intero mondo, il centro e il motore dell’intera trama. In uno spazio-tempo neutro, scandito da sipari che calano dall’alto e dai mobili che lo attraversano di continuo, s’impegnano strenuamente nei costumi disegnati dall’italiana di Hollywood Elisabetta Beraldo i genitori naturali (Giorgia Sanesi e Emanuele Vezzoli) quelli adottivi (Galatea Ranzi e il “calendariato” Gabriel Garko, impacciato al suo esordio teatrale) e tra le governanti Paola Bigatto e una Annamaria Guarnieri intensa e puntuale.

Quel che sapeva Maisie
di Henry James, regia di Luca Ronconi con Mariangela Melato.
scene di Margherita Palli
Milano, Piccolo Teatro

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